Link Building: Si O No?

26 Giu

link_building_strategy

Larry Page e Sergey Brin, alla fine degli anni ’90, si inventarono un modo per valutare in maniera algoritmica (facendo dei calcoli automatici) la qualità  di un sito web. Ad ogni sito riuscirono ad assegnare un valore e lo chiamarono PageRank. Alla base del calcolo di quel valore c’era l’analisi di link tra i vari siti: più link un sito riceve più il suo PageRank cresce.

Sono passati oltre 20 anni, l’algoritmo di Google è costituito da almeno altri 200 fattori oltre al primordiale Pagerank ma ancora oggi il link è il primario mezzo di rafforzamento della visibilità  di un sito web nei motori di ricerca.

I link Sono Morti?

Più di un anno fa Yandex, l’avanzato motore di ricerca russo, prospettava un futuro in cui il valore dei siti (ovvero l’ordine di apparizione nei risultati di ricerca) fosse calcolato non tenendo conto dei link. Ad oggi è ancora solo un’idea, anzi un’idea mezza smentita.
I link oggi sono ancora fondamentali. Ma allora cosa è cambiato?

Il miglioramento tecnologico di Google ha portato a suddividere i link in link buoni e cattivi. In particolare Google ha cambiato il modo in cui tratta i link con l’uscita di un suo aggiornamento: Penguin Update.
Cosa ha introdotto? Ha dato indicazioni su come interpretare un link buono e un link cattivo, o meglio ha spiegato cosa non fare.

L’elenco degli schemi di link che possono influire negativamente sul posizionamento di un sito nei risultati di ricerca è piuttosto lungo.
Di seguito alcuni dettagli fondamentali:

  • no all’acquisto vendita di link per manipolare il PageRank
  • no allo scambio di link
  • no a campagne basate su comunicati stampa o articoli su terzi siti auto pubblicati (article marketing)
  • no a servizi automatizzati per creare link

Link Naturali

Se Google vieta tutto, o chiede che i link vengano contrassegnati da nofollow (tecnicismo HTML atto a contrassegnare un link perché non “passi valore”), come possiamo fare per ottenere preziosi link? La risposta è: bisogna guadagnare link naturali.

So che ora la prossima domanda sarà  “ma come guadargnarli?” Qui si apre un enorme capitolo della letteratura SEO definito link baiting.
Ecco qualche idea per ottenere link buoni (ma ricordatevi che il giudizio spetta sempre a Google!):

  • Produrre nel proprio sito contenuti di qualità , innovativi e virali, in modo da stimolare i lettori a ricondividerlo.
    Ad esempio l’annuale uscita del report eCommerce firmato Casaleggio ha provocato l’ottenimento di centinaia di backlink verso il suo sito.
  • Inserire propri interventi, articoli o citazioni in siti di settore, eventualmente ottenendone link in firma.
  • Fortificare la diffusione dei propri articoli tramite social network: non vi è un effetto diretto verso Google ma aumenta il bacino di persone che potenzialmente può citare e linkare i contenuti da siti terzi.
  • Coinvolgere le proprie relazioni: associati, venditori, clienti…

Come dice Tonino Carotone “E’ un mondo difficile” e Google ce lo sta rendendo un po’ tale, con l’obiettivo di migliorare la qualità  del “suo” web, tagliando le gambe al Web fatto di backlink comprati a peso.

Quello che una buona agenzia SEO può fare, e che noi cerchiamo di fare quotidianamente con i nostri servizi di consulenza SEO, è di consigliare al cliente la strada migliore per ottenere backlink di qualità  e far crescere la visibilità  del sito.

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