Seo Roadmap Ecommerce: Per Aumentare Traffico E Revenue

16 Mar

Adatta la strategia SEO alle esigenze del tuo business e sito web

La SEO, sia come disciplina, sia come attività operativa, raccoglie al suo interno un vasto elenco di attività applicabili a qualsivoglia tipologia di sito web, sia esso un sito vetrina, un e-commerce o una testata di informazione.

L’affermazione sopra è vera fino a un certo punto: sebbene i siti web in generale condividano molte caratteristiche, non sempre è possibile applicare la disciplina SEO in modo identico su ogni progetto.

Ogni tipologia di sito può richiedere approcci diversi non solo in termini tecnici (basti pensare ai diversi CMS), ma soprattutto in termini strategici e di pianificazione.

Per dirlo con un esempio, per quanto un classico sito di lead generation possa essere simile a un e-commerce, essi hanno obiettivi diversi e devono percorrere strade differenti per raggiungerli. Il focus di questo articolo sarà proprio sugli e-commerce e sulle loro caratteristiche peculiari che motivano un approccio strategico su misura.

SEO per e-commerce: caratteristiche e peculiarità

Cosa rende gli e-commerce diversi da tutti gli altri siti? Oltre alla finalità e alla componente puramente estetica, dal punto di vista SEO è possibile riassumere in sei punti le caratteristiche principali su cui puntare lo sguardo:

  1. Elevata quantità di percorsi URL
    Più un catalogo è ampio, maggiore sarà il numero di URL, numero che può ulteriormente aumentare se l’e-commerce è multilingua. Per gestire al meglio la complessità del sito e facilitare il lavoro ai motori di ricerca sarà necessario integrare e gestire correttamente una serie di elementi tecnici specifici (corretta gestione di file robots, hreflang, sitemap segmentate e multilingua, ecc.)
  2. Aggiornamenti del catalogo
    Variabile in base alla tipologia di e-commerce, l’aggiornamento di catalogo va sempre gestito con attenzione, avendo cura di non creare conflitti e di categorizzare correttamente ogni prodotto
  3. Varianti di prodotto
    Passaggio fondamentale da tenere in considerazione per ogni e-commerce, soprattutto quelli che gestiscono varie versioni di uno stesso prodotto (basti pensare a magliette di diverso colore). In queste situazioni, la corretta gestione delle URL delle varianti diventa cruciale per evitare casi di conflitto e cannibalizzazione
  4. Google Shopping (organico e non)
    Le PDP (Product Detail Page) devono essere ben definite e complete affinché Google le ritenga idonee per la sezione Shopping nelle SERP. La sezione Shopping offre all’utente un contatto diretto col prodotto che sta cercando senza dover passare dal sito, aumentando le probabilità di conversione e acquisto
  5. Gestione degli On Page Signals
    Altro elemento fondamentale, la corretta gestione degli elementi SEO a livello di contenuto. Le informazioni devono essere esposte con chiarezza e ben categorizzate per garantire la massima efficienza a utenti e bot dei motori di ricerca
  6. Ottimizzazione immagini
    In un mondo sempre più visivo e con sempre meno tempo a disposizione, farsi notare e trovare attraverso le immagini è estremamente importante. Per questa ragione è necessario gestire al meglio l’ottimizzazione delle immagini affinché queste possano essere facilmente indicizzabili e messe a disposizione degli utenti durante una ricerca

Quali KPI e obiettivi monitorare oggi per le attività SEO

L’obiettivo di ogni business è, senza sorpresa, incrementare la Revenue. Gli elementi specifici che riguardano da vicino la SEO avendo come obiettivo la Revenue sono tre:

  1. Copertura e traffico di qualità
    Una strategia SEO permette di raggiungere più persone, quindi di ampliare il bacino di utenza e, di conseguenza, permette di incrementare il numero di clienti. Una corretta strategia SEO aumenta il bacino di utenza in target poiché “parla” direttamente a quegli utenti che con più probabilità possono trasformarsi in clienti.
  2. Presidio efficace dei Touchpoint
    Da parte di un brand è necessario essere presenti in ogni fase della ricerca: dalla risoluzione dei problemi o al soddisfacimento di un bisogno fino alla valutazione e all’eventuale acquisto. Più un brand è presente in tutta la Customer Journey e durante il Messy Middle, più è probabile che si instauri con l’utente un rapporto di fiducia che lo porterà a trasformarsi in cliente.
  3. Authority, Brand Presence e Awareness
    Affinché gli utenti si trasformino in clienti è necessario che il Brand diventi sinonimo di autorevolezza e affidabilità nel settore in cui opera. Allo stesso modo, il Brand deve farsi conoscere con l’obiettivo di diventare un nome familiare per l’utenza, corroborando il rapporto di fiducia già citato.

Per capire come un Brand sta performando nelle aree di interesse sopra menzionate è necessario stabilire i KPI da monitorare. I KPI (Key Performance Indicator) non sono altro che parametri da tenere sotto controllo, analizzare e interpretare per avere un quadro della situazione e delle sua evoluzione.

In ambito SEO i KPI sono molteplici e la scelta su quali monitorare viene influenzata da altrettanti molteplici fattori come, ad esempio, lo stato del progetto, gli obiettivi specifici, sulle possibilità di intervento e molto altro.

Un elenco sicuramente non esaustivo ma che raccoglie i KPI che più spesso vengono monitorati e che sono anche comuni tra diversi progetti e in diverse fasi:

  • Traffico organico unbranded
    Utenti che raggiungono il sito senza cercare specificatamente il nome del brand ma i prodotti/servizi che offre
  • Quantità di posizionamenti top in SERP
    Una posizione media bassa permette di ottenere più traffico
  • Acquisizione click per topic cluster
    I click degli utenti per ogni area semantica coperta
  • Conversion/Event Rate organico
    Numero di utenti provenienti dai motori di ricerca che genera conversioni (richieste informazioni, acquisti, ecc.)
  • CTR organico
    Rapporto tra Impression (apparizioni sui motori di ricerca) e Click

Analisi e pianificazione delle attività di un progetto SEO

Il primo step di ogni progetto è un’attenta e corretta valutazione di tutti gli elementi compositivi: avere ben chiara la situazione dello status a inizio progetto permette di individuare carenze e opportunità di crescita, consentendo di pianificare interventi mirati e ragionati volti a colmare le lacune, a potenziare gli aspetti promettenti e a sfruttare le strade migliori per migliorare la situazione generale.

In ambito SEO ciò che sicuramente non può mancare durante un’analisi preliminare è uno screening che passa al setaccio ogni aspetto fondante delle logiche dei motori di ricerca: si analizza il traffico organico e la sua qualità, le keyword posizionate, la struttura gerarchica e il linking interno, la solidità e l’aggiornamento della parte tecnica di sviluppo e l’effettiva ottimizzazione degli on page signals e dei contenuti del sito nonché di tutta la parte off-site.

Avendo ben presente la status quo dopo aver raccolto sufficienti dati e informazioni si procede con la definizione degli obiettivi da raggiungere e con le attività vere e proprie che possono toccare i seguenti campi d’intervento:

  • Topic research, analisi SERP e clustering
  • Benchmark e SEO competitive analysis
  • Sviluppo web (criticità / evoluzioni)
  • Revisione alberatura e espansione semantica
  • Ottimizzazioni on page
  • Google Business Profile, digital PR / link building, altri canali di traffico e visibilità, ecc.

Da ognuna di queste analisi e dalla definizione delle attività da portare avanti scaturisce la necessità di creare un ordine formale di esecuzione. Procedere alla cieca senza un piano ben organizzato potrebbe non portare ai risultati sperati o, addirittura, non portare risultati del tutto col rischio di blocchi nei lavori dovuti alle più svariate cause.

Per limitare al massimo gli stop e le possibili incomprensioni è sufficiente creare una tabella di marcia o, come i SEO la definiscono, una SEO Roadmap. Ogni Roadmap degna di tal nome deve assolutamente contenere:

  • Una definizione precisa di task da portare a termine che espongano in modo chiaro la situazione, la problematica da risolvere e la soluzione (o le soluzioni) percorribile
  • Un ordinamento dei task basato sull’importanza, l’impatto e l’effort necessario per portarli a termine
  • Una definizione delle priorità di ciascun task data da quanto rilevato nel punto precedente: un task semplice da risolvere, ad alto impatto e dal basso effort sarà sicuramente prioritario rispetto a un task complesso, dal basso impatto e di alto effort
  • Un’assegnazione chiara e precisa a un owner del task così che la figura incaricata sappia esattamente quali task gli competono e con annessa due date, ossia il termine ultimo di consegna del task completato così che il progetto abbia meno possibilità di arenarsi
  • Una pianificazione cadenzata e organizzata dei check sui singoli task per verificarne l’evoluzione e/o la risoluzione
  • Infine, regola aurea, ogni SEO Roadmap deve essere sempre flessibile e adattabile ai cambi di programma, a imprevisti, esigenze e necessità che possono emergere nel corso dei lavori

Creare una Roadmap, definire e assegnare i task senza un utile supporto può risultare complicato già nei progetti più semplici e, a maggior ragione, in quelli più complessi che possono toccare diversi ambiti che possono intrecciarsi tra loro.

Sul mercato esistono numerosi software che permettono di organizzare i progetti e creare task da assegnare ai diretti interessati permettendo di mantenere ordine e visione dell’intero progetto durante tutte le fasi di lavorazione, consentendo di mantenere monitorata l’evoluzione fin dalle prime fasi e garantendo la possibilità di intervenire tempestivamente qualora fosse necessario.

Hai bisogno di definire una SEO Roadmap efficacemente orientata agli obiettivi del tuo business? Contattaci!


Studio Cappello The Art Of SEO


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