La Pagina SEO Perfetta: 13 Regole

23 Nov

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Posizionamento e conversione!

Nei miei articoli ti ho parlato della strategia SEO e dell’analisi keyword come attività  fondamentali nel processo di ottimizzazione. Te li sei persi? Iscriviti alla nostra newsletter e resterai sempre aggiornato!

Nel percorso che porta l’utente alla conversione in un sito (acquisto, iscrizione, …) un ruolo fondamentale è quello della pagina di atterraggio degli utenti che provengono anche da una ricerca organica: la landing page. Le landing page sono pagine pensate per risolvere le esigenze dei clienti e motivarli all’azione/obiettivo (form, acquisto, richiesta informazioni, iscrizione newsletter, etc…), e ogni pagina di un sito su cui atterra un utente dai ranking di Google se si vogliono massimizzare le conversioni è da considerarsi una landing page.

Ho provato a stilare delle regole per creare la Landing Page SEO “perfetta”.

Attenzione: nella SEO fare una pagina al meglio è importante, ma è doveroso ricordare che il suo successo nel posizionamento su Google è determinato dall’intera struttura del sito e da molti fattori esterni al sito stesso.

1. Inserisci le Keyword nel title, il prima possibile

Il <title> è considerato il tag più importante della pagina. È il testo usato per dare un nome alla finestra del browser, per salvare i preferiti ed è quello che i motori solitamente utilizzano per i risultati (snippet) nella SERP.

Perché è importante che tu lo personalizzi al meglio? Perché Google si riserva il diritto di modificarlo qualora non sia corrispondente all’intento di ricerca dell’utente e al contenuto della pagina risultante.

Essendo il tag più importante ti consiglio di fare in modo che sia presente la parola chiave principale per la tua pagina. Inseriscila il prima possibile: prenderà  più valore.

2. Usa i Qualificatori nel title

Il title dice all’utente cosa troverà  cliccando su quel risultato di ricerca. Per questo è fondamentale renderlo utile. Il mio consiglio è di valorizzarlo con dei qualificatori, delle parole o frasi di accompagnamento per renderlo più forte e persuasivo. Vediamo a cosa servono nello specifico:

  • Migliorano la contestualità , spiegando in modo corretto cosa è presente nella pagina
  • Aumentano la coda lunga, ovvero il numero di keyword con le quali un utente può trovare la landing page nei motori
  • Persuadono: convincono l’utente a cliccare su quel risultato a scapito di quelli prima o dopo

Non esagerare con le parole chiave o con termini troppo simili: oltre a essere dei contenuti di poco valore (e poco accattivanti) rischi di incorrere nelle ire di Google. Il “keyword stuffing”, che significa “ammassare” le parole chiave, è una pratica che porta alla penalizzazione.

Il title nelle SERP di Google ha uno spazio disponibile di 600px: dovrai giocartelo al meglio. Per testare la lunghezza del tuo title puoi usare vari strumenti come ad esempio Screaming Frog o Snippet Mrx.

3. Inserisci il Brand nel Title se puoi

La presenza del “nome sito” nel title è un’indicazione che spesso genera conflitti nelle community SEO: è utile o toglie solo spazio ad altre parole chiave? Ti rispondo con due indicazioni:

  • Il title deve presentare la pagina ma deve anche indicarne la titolarità  
  • Google in alcuni casi se non trova il brand lo aggiunge cercando di individuarlo dalla informazioni che autonomamente ricava dal sito

Io ti consiglio di avere sempre un totale controllo di cosa potrà  essere pubblicato in SERP e, dove possibile, fornire il title perfetto pronto per la pubblicazione senza modifiche di terze parti.

Se il nome del brand è troppo lungo porta via spazio ad altro testo utile per il posizionamento, puoi provare a farne a meno e vedere come Google indicizza la pagina sulle parole chiave che ti interessano e poi valutare se mantenerlo o meno.

4. Cura le Meta Description: il Biglietto da Visita della pagina

Ufficialmente la Meta Description non è un tag considerato ai fini del rank, lo dice Google stesso:

Even though we sometimes use the description meta tag for the snippets we show, we still don’t use the description meta tag in our ranking. (Googleblog, 2009).

La funzione di questo tag è esclusivamente di tipo estetico. Google, infatti, la utilizza come testo descrittivo da accompagnare sotto al titolo dello snippet.

Da parte tua puoi lavorare sul testo per renderlo persuasivo, per far cliccare sul tuo link invece di quello di un concorrente. Inoltre, se il testo della meta description contiene delle parole chiave uguali o simili a quelle cercate dall’utente, Google le metterà  in grassetto.

5. Usa l’H1 per presentarti

Nel linguaggio HTML esistono una serie di tag semantici chiamati Heading. La loro funzione rispecchia i vari Titolo1 Titolo2 Titolo3 di un foglio Word o altri strumenti per la scrittura.

Sotto il punto di vista della SEO, possiamo considerare l’H1 come il corrispettivo del title, il numero due a livello di importanza.

L’H1 deve introdurre al meglio la pagina che rappresenta:

  • Assicurati di inserire la keyword primaria (o un termine simile)
  • Costruisci in modo corretto la pagina, l’H1 deve essere all’inizio del testo e ben in evidenza rispetto alle altre parti testuali

6. Agevola la lettura con i sottotitoli H2/H3

L’H1 ha anche dei “fratelli più piccoli”: H2, H3, H4, … Questi tag devono essere usati come sottotitoli dei vari paragrafi. Tieni presente che un testo scritto bene, con un uso sapiente degli spazi, è più facile da leggere e conquista l’utente. Anche l’attenzione al copy delle tue pagine può far scegliere te rispetto a un competitor.

Tornando al lato SEO, ti consiglio di valorizzare questi tag con le parole chiave secondarie che avrai trovato nella fase di analisi keyword.

7. Segui la tecnica della Piramide Rovesciata

Esistono diverse tecniche per scrivere un testo che sia efficace, personalmente consiglio quella della Piramide Rovesciata (pdf esaustivo della bravissima Luisa Carrada). Questa tecnica prevede di scrivere i contenuti più importanti all’inizio, che nel cartaceo sono tipicamente le conclusioni di un articolo. Serve a motivare l’utente a continuare la lettura dicendogli che si trova nel posto giusto. Declinata in ottica SEO possiamo vederla come segue:

  • Presenta la pagina con l’H1
  • Scrivi un testo introduttivo che spieghi l’intero contenuto
  • Suddividi il testo in paragrafi e sottoparagrafi usando come formattazione per i sottotitoli gli H2/H3
  • I sottoparagrafi dovranno valorizzare le keyword secondarie

8. Sfrutta la Coda Lunga ma con attenzione

Quando scrivi un testo cerca di:

  • Dare le risposte a tutti gli intenti di ricerca dell’utente
  • Valorizzare le parole chiave individuate dall’analisi keyword, garantendo una qualità  di lettura ottimale. Ricordati che concetti come “Densità  di Keyword Ottimale” o “Numero di Parole Minimo” NON ESISTONO
  • Evitare di andare fuori tema
  • Evitare di approfondire troppo dei concetti a cui sono dedicate altre pagine (conflitto SEO)

9. Inserisci Immagini Ottimizzate

Le immagini sono importanti per aiutare la lettura e la comprensione di un contenuto. Ma sono anche importanti per la SEO.
Alcune regole per renderle SEO Friendly:

  • Usa immagini originali, inedite o di tua proprietà 
  • Valorizza il nome del file (es: analisi-keyword-seo-checklist.jpg)
  • Valorizza l’attributo ALT (Analisi Keyword SEO: Checklist)

Ad esempio:

<img src="/img/analisi-keyword-seo-checklist.jpg"
alt="Analisi Keyword SEO: Checklist" >

Attenzione: se l’immagine è un link, il valore dell’attributo “alt” diventerà  l’ancora di quel link!

10. Usa a tuo vantaggio i Dati Strutturati

Da anni Google dà  la possibilità  di valorizzare i testi con degli attributi che indicano la tipologia del contenuto e i campi che lo costituiscono. Se vuoi pubblicare una ricetta, ad esempio, puoi indicare tramite i Dati Strutturati che quel testo è una ricetta (Recipe) e che è costituita da: descrizione, tempi di preparazione, caratteristiche alimentari, ingredienti, foto, …

Per alcuni tipi di dati (proprio come le ricette) queste informazioni consentono di apparire in SERP con uno snippet arricchito, che si chiama rich snippet, come quelle di questo esempio:

Dati Strutturati: La Ricetta (Recipe)

In questo caso appaiono anche le famose stelline di valutazione. Per implementarle è necessario inserire il dato strutturato chiamato Aggregate Rating. Attrattivo questo snippet rispetto a un normale risultato, vero?

11. Non dimenticare il Mobile

Gli utenti navigano più da mobile che da PC. Il 2015 è stato l’anno della svolta e la percentuale media degli accessi a internet del mobile ha superato quella dei computer (desktop). È fondamentale che la pagina e i suoi contenuti siano ben visibili e navigabili facilmente sugli smartphone. In più, da qualche anno, le pagine “mobile friendly”, ovvero tecnicamente corrette per il mobile, vengono premiate nelle SERP (scalano i risultati di ricerca organica).

Sul mobile sarebbe da aprire un’enorme parentesi: siamo in piena rivoluzione AMP e ne vedremo delle belle, sul nostro magazine e sulle SERP di Google!

12. Formato delle URL

Il formato della URL non è un fattore di rank. Esteticamente parlando una URL con parametri strani, caratteri particolari (tipo id=100&cat=13..) o troppo lunga, rende lo snippet poco attrattivo.

Come risolvere il problema? Ecco alcune soluzioni molto semplici:

  • Utilizza URL parlanti e brevi (es: https://www.example.com/perfect-seo-landing-page/)
  • Utilizza il dato strutturato Breadcrumb (“briciole di pagine”) che mostra il percorso di navigazione dell’utente nel sito (come nell’immagine della ricetta pubblicata sopra)
  • Utilizza il dato strutturato WebSite che permette di sostituire il dominio con il nome del sito

13. Non avere paura delle Call To Action

Non mi stuferò mai di ripeterlo: il traffico organico fine a se stesso è una voce di costo, come la benzina. Il vero obiettivo di ogni servizio di web marketing si misura tramite gli indicatori di business detti KPI, che sono gli indicatori che ci supportano al calcolo del ROI.

La landing page, oltre a essere SEO oriented, deve sempre contenere veicoli di business che normalmente passano per:

  • invio email
  • lead
  • richiesta preventivi
  • acquisto
  • acquisizione nuovo cliente
  • iscrizioni alla newsletter
  • visualizzazione di annunci
  • ed altri ancora

La Call To Action è l’invito all’azione che deve sempre essere presente e ben visibile. E gli obiettivi che si perseguono devono essere misurabili con l’installazione di strumenti di misurazione come Google Analytics.

Un altro tassello nel nostro percorso di formazione SEO è stato scritto. Durante il corso SEO questo è un passaggio molto importante, perché la pagina diventa il frutto dell’albero che cerchiamo di far crescere per un progetto di qualità .

Ancora dubbi? Vieni a trovarci in aula o richiedi una consulenza SEO.


Studio Cappello – Agenzia Specializzata SEO


Corso SEO Padova Febbraio 2017

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