Google Analytics 4: Il Rischio Di Un Passaggio Automatico Non Gestito

3 Feb

Il passaggio automatico a GA4 nasconde rischi che è meglio evitare…

La nascita dell’espressione “laissez-faire” è attribuita all’economista francese Vincent de Gournay e risale al 1700. Letteralmente significa “lasciar fare” ed è diventato un principio del liberalismo economico, favorevole alla tesi del non intervento.

Tale approccio, da qualche mese a questa parte, sembra sia stato sposato dalla stragrande maggioranza di aziende che posseggono un sito web. 

Sono già 2 anni infatti che GA4 ha fatto capolino nello scenario della misurazione delle performance online, ed è passato 1 anno dalle prime sentenze del Garante Privacy austriaco e di quello francese (seguiti a Giugno 2022 da quello italiano) sull’illegalità del trasferimento dei dati personali verso gli USA effettuata da Universal Analytics.

Tutto ciò lasciava pensare ad un immediato abbandono della vecchia versione di Google Analytics a favore della nuova versione GA4 (pensata tra l’altro per risolvere i problemi in termini di privacy) o di altri strumenti alternativi.

E invece secondo il monitoraggio di Builtwith.com al mondo ci sono ancora 38 milioni di siti web live con una property Universal Analytics installata. Al contrario, a fine Gennaio 2023, sono solo 8,5 milioni i siti web che usano la nuova versione Google Analytics 4, ovvero poco meno del 25% del totale.

Ciò significa che 3 siti web su 4 non hanno ancora effettuato il passaggio a GA4!

Una percentuale talmente bassa che mette a rischio la stessa quota di mercato di Google nel settore degli Analytics e che dunque, dinanzi all’immobilità dei clienti, ha deciso di effettuare il passaggio base a GA4 in autonomia a partire dal mese di Marzo.

In data odierna (3 Febbraio 2023) gli utenti di Universal Analytics con diritti di amministrazione o di modifica hanno ricevuto via e-mail un avviso di servizio sull’avvio di questa procedura denominata Jumpstart che afferma testualmente: 

“For Universal Analytics customers whose websites are tagged with gtag.js or analytics.js (including through tag management systems like Google Tag Manager), we will create a connected site tag that will reuse existing tags when possible to send traffic to the new GA4 property.”

Di fatto, sia che si abbiano i tag installati sulle pagine del sito web o che si utilizzi Tag Manager, Google afferma che provvederà (salvo opt-out del cliente) a creare una property GA4 e ad inviare i dati utilizzando i tag esistenti.

Nella stessa mail Google afferma che in queste nuove property GA4 si cercherà di replicare impostazioni di base coerenti con quelle settate nelle property Universal esistenti, compresi alcuni eventi di conversione e i link con gli account Google Ads. 

Di fatto Google rompe quell’approccio “laissez-faire” sposato dai titolari dei siti web e compie una parte del lavoro che sarebbe stato onere del cliente o della sua agenzia. 

Il nocciolo della questione è proprio questo: se un cliente ha sul sito web dei tracciamenti o delle configurazioni personalizzate queste rischiano seriamente di essere compromesse o perdute in questo passaggio. La stessa Google afferma che il processo di migrazione sarebbe meglio se fosse gestito, il prima possibile, dal cliente stesso.

Il passaggio a GA4 non deve essere visto come un compito da svolgere a scuola per cui lo studio viene rimandato di settimana in settimana. È piuttosto un’opportunità di sfruttare al massimo le potenzialità enormi del nuovo strumento.

Che la migrazione da Universal a GA4 fosse tutt’altro che banale ne avevamo parlato già un anno fa.

In GA4 infatti si passa da una struttura del dato basato sulle sessioni e sulle diverse tipologie di interazione degli utenti (le varie hit di pageview, evento, transazione, ecc.) a un tracciamento basato su eventi e relativi parametri. Molti di questi nuovi eventi vengono raccolti automaticamente senza l’aggiunta di alcun codice ulteriore; altri vanno invece ripensati e creati daccapo. 

Avendo in mente la nuova architettura del dato raccolto, si comprende bene che una migrazione tout-court da una property Universal ad una GA4 non è possibile!

Ed infatti quando si esegue l’upgrade verso GA4 si creano sempre delle property nuove, senza dati, proprio perché la struttura del dato raccolto è differente. Quando si crea una property GA4, le attuali property Universal non sono in alcun modo interessate da questo processo e continueranno ad esistere e tracciare fino alla scadenza fissata del 30 Giugno 2023.

Dato che cambiamenti del genere possono impattare pesantemente sul funzionamento dei diversi business aziendali, è meglio dunque avere il controllo di questo passaggio facendosi affiancare da professionisti del settore. 

Studio Cappello da due anni sta affiancando con successo i diversi clienti in questo passaggio grazie ai suoi specialisti in ambito Web Tracking. 

Abbiamo sviluppato in house template custom per la raccolta ottimale dei dati online supportando i clienti sia da un punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto strategico ottimizzando la raccolta e la quantità dei dati alla luce delle recenti disposizioni in ambito privacy.

Gli step di questo percorso possono essere sintetizzati come segue:

  • Creazione delle nuove property GA4 e configurazione di tutto lo stack di misurazione: GTM, GA4, Consent Management Platform.
  • Redazione Measurement Plan in cui vengono ripensati gli obiettivi e ridisegnati gli eventi che si vogliono tracciare alla luce dei cambiamenti introdotti dalla tecnologia.
  • Quality check sul tracciamento dei dati.
  • Migrazione delle audience e creazione dei nuovi eventi di conversione.
  • Link dello strumento a Google Ads; Merchant Center; Search Console.
  • Link a BigQuery e creazione di reportistica avanzata su Looker Studio tramite l’analisi dei row-data, l’unica che permette una misurazione puntuale delle performance del proprio sito web.

Se dunque non hai ancora effettuato il passaggio a GA4, prendi l’iniziativa in mano per sfruttare al massimo le potenzialità dello strumento piuttosto che assumerti i rischi di una migrazione parziale con ricadute sul funzionamento del tuo business online e dunque sulle tue finanze.

Studio Cappello è Google Marketing Platform Partner.


Studio Cappello Google Analytics 4


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