SEO: mai soldi furono spesi peggio…
21 Apr
Scrivevo l’altro giorno che il SEO è un’ottima opportunità di spendere bene dei soldi per avere “alto rientro”. Ma non sempre è così. La difficile materia del posizionamento sui motori di ricerca di un sito web ai primi posti nei risultati organici (o naturali) con specifiche parole chiave ha la sua prima difficoltà nel far capire al cliente di cosa si tratta. Ecco quindi una serie di errori che comunemente fanno le aziende che “spendono male” i soldi nel SEO:
1.
Comprare parole chiave a pacchetto un “tanto al kilo”.
“Vorrei posizionare il mio sito con 20 parole chiave, quanto costa? E con dieci? E con tre?”.
Errore dovuto al classico modo di comprare ADV per spazi e non per performance, e al modo di ancora troppe agenzie web di presentare i servizi SEO…
2.
Credere che alcune parole chiave generiche da sole siano garanzia di “new business”
“Produco scarpe per cui mi basta (!!!) essere primo con la parola -scarpe-..”
Si sa invece che la “lunga onda” di parole chiave, la cui lunghezza aumenta all’aumentare della competitività del settore di appartenenza, è la vera garanzia di successo.
3.
Non misurare il rientro nell’investimento
Pochi si chiedono: “Quanti accessi genera l’attività SEO? Quanti ne genera nel breve, medio e lungo termine? E quali azioni obbiettivo fanno gli utenti che provengono dai motori di ricerca?”
Il misuratore del successo dell’investimento è per molti il report di posizionamenti effettuato dai software, senza capire se le parole che il report evidenzia posizionate siano performanti o meno (utilizzate o meno dagli utenti), e se al sito dei clienti mancano invece dei posizionamenti di altre parole chiave più interessanti e utilizzati dal loro target.
Ma qui molto spesso lo zampino sulla mancata misurazione è da attribuirsi alle agenzie web poco specializzate (ma anche molte che si professano tali) che cercano di rendere tale dato fumoso, in modo da non doversi impegnare troppo dove magari non riescono ad ottenere risultati…
4.
Non valutare la spesa minima in relazione ai risultati ottenibili.
Molte aziende continuano a spendere pochi soldi nel SEO perchè non sanno cosa realmente potrebbe offrire loro un’alta visibilità nei risultati organici di Google. In questi casi sarebbe più utile “capire prima di agire”, ad esempio, investendo in una campagna AdWords di ampio respiro, misurando i rientri della campagna e parametrando la spesa su un’attività SEO dove il ROI sia positivo.
5.
Non valutare lo spazio temporale dell’attività SEO e del relativo investimento
Il SEO richiede probabilmente degli investimenti iniziali importanti, a volte uguali o superiori (raramente) ad analogo traffico ottenuto con campagne AdWords nell’arco di un anno. Ma i benefici sono molteplici. Ad esempio:
– gli anni successivi il traffico del SEO non ha costo (se non dei canoni o attività di mantenimento molto contenuta, se il SEO il primo anno è ben fatto);
– il traffico del SEO attrae utenti che non cliccherebbero MAI negli AdWords;
– non soffre dei rincari del pay per click, che per sua natura ad offerta e per sua crescita di interesse ha costi esponenziali nel tempo
– il brand viene molto più rafforzato, in quanto gli utenti associano: azienda ai primi posti = migliore azienda
Studio Cappello: probabilmente la migliore agenzia SEO in Italia.