Archive | Search Marketing RSS feed for this section

Google Attribution

12 Dic

Google ha reso disponibile Google Attribution anche per la versione gratuita di analytics.

Il tool Google Attribution fu presentato nel 2007 come risposta alla domanda: “La mia strategia di marketing funziona?“, e consente di misurare l’impatto di una campagna di marketing su più dispositivi e canali. Questioni di Marketing Attribution[...] 

Leggi tutto

Modelli Di Attribuzione: ROI Dei Canali di Promozione & Customer Journey

29 Gen

Quanto “pesano” i diversi canali di promozione nella conversione e nella Customer Journey?

Investo in Google Ads, Facebook Ads, SEO, Social Media, Newsletter, Display, Programmatic etc.. ma non sono certo di quale sia il canale promozionale migliore né di quanto investire sui vari canali…

Questo è uno dei dubbi cruciali che spesso un imprenditore o un manager si pone o cerca di dipanare con l’agenzia che segue i suoi investimenti di promozione digitale. Ma riesce sempre a rispondersi e a ottenere risposte veritiere? Quali sono gli strumenti necessari per rispondere a tale domanda?

Il viaggio dello shopper per un acquisto

Questo che segue un esempio di Customer Journey, da mappare il più possibile. (Vedi al riguardo l’articolo Come creare una Customer Journey Map in 10 step, oppure il post di Gianna”Come creare una Journey Map“)

Marco venerdì prossimo ha una serata importante e ha bisogno di qualcosa di particolare da indossare. Cosa fa?

Apre Instagram sul suo smartphone, usa qualche tag di moda e vede degli outfit interessanti da indossare, in particolare pone attenzione alle foto di scarpe che lui adora: gli anfibi.

Esce da Instagram, apre un browser da PC  e inizia la sua navigazione cercando su Google “anfibi lucidi”.

Il primo carosello Google Shopping lo soddisfa e clicca immediatamente sul risultato che gli piace, offerto dal sito “Sito ABC” che va a visitare:

Nel sito Sito ABC ha capito che quel prodotto è ciò che fa per lui, anche perché lo avevo visto nel negozio in città  qualche giorno prima e continua a vedere dei banner promozionali navigando per la rete (retargeting).

Torna su Google e modifica la query con il prodotto specifico: “Dr Martens nero lucido uomo”. Anche questa volta il primo risultato di ricerca dà  buone risposte, e trova anche qualche link a pagamento Google Ads che pare segnalare ecommerce specializzati su quel genere di prodotti.

Oltre a questo vede dei risultati organici (ma ci sono anche gli annunci) di AMAZON e l’effetto “Mamma Amazon” lo fa immediatamente cliccare per vedere.

Il prezzo però è troppo alto: alla fine, anche dopo aver tentato una valutazione su altri siti tramite i comparatori di =&0=&, il Sito ABC è quello che gli proponeva l’offerta migliore nel suo complesso, anche per il bundle che gli presentava.

Ci pensa un attimo, googlando e navigando per il web alla ricerca di ulteriori informazioni e opportunità . Mentre naviga i siti web e entra/esce da Facebook per rispondere ai suoi amici che lo incalzano per la festa, la pubblicità  che gli compare è sempre più mirata (retargeting).

Riceve anche la newsletter dal suo sito di abbigliamento preferito, dove non c’è la tipologia di stivali che cerca (ma scopre un pantalone da abbinarci).

Finalmente si decide. Entra direttamente nel sito del produttore Sito ABC cercandolo con Google e compra la scarpa!

In questa breve storiella Marco ha fatto vari passaggi prima dell’acquisto, che chiameremo touch point (punti di contatto).

  1. Instagram
  2. Ricerca su Google
  3. Negozio
  4. Carosello di prodotti di Google Shopping che lo porta in Sito ABC
  5. Banner mirati (retargeting)
  6. Nuova ricerca su Google
  7. Google ADS (su ricerca)
  8. Click sul risultato organico di Amazon
  9. Ricerca sui comparatori
  10. Retargeting su portali di contenuto
  11. Retargeting Facebook
  12. Newsletter
  13. Nuova ricerca su Google che lo riporta in “Sito ABC”

La domanda da un milione di dollari è: “di chi è il merito se Marco ha comprato gli anfibi sul Sito ABC?”

La risposta a questa domanda non è scontata e la risposta è: modelli di attribuzione!

I modelli di attribuzione

Tramite l’analisi dei dati e l’uso di modelli di attribuzione possiamo valutare il “merito” o il “peso” dei vari touch point per l’acquisto avvenuto.

Un modello di attribuzione è la regola o l’insieme di regole che determina il modo in cui il credito per vendite e conversioni viene assegnato ai punti di contatto nei percorsi di conversione. Ad esempio, il modello Ultima interazione in Analytics assegna il 100% del credito ai punti di contatto finali (ossia i clic) che precedono immediatamente le vendite o le conversioni. Al contrario, il modello Prima interazione assegna il 100% del credito ai punti di contatto che avviano percorsi di conversione. (Google)

La prima cosa necessaria è analizzare il percorso dell’utente, detto customer journey.

Nel caso in cui il Sito ABC abbia Google Analytics configurato correttamente, avrebbe a disposizione queste informazioni:

  • Traffico arrivato dal carosello (Google Shopping)
  • Traffico arrivato da un risultato organico (SEO)
  • Traffico arrivato da un risultato pay (Google Ads)
  • Traffico arrivato dal retargeting
  • Traffico arrivato dai comparatori
  • Traffico arrivato dalla sua newsletter
  • Traffico da Facebook (organico o Ads)
  • Traffico da altri siti

È più importante Google Shopping, che ha fatto conoscere Sito ABC all’utente, oppure la corretta presenza nei risultati di ricerca “branded” che hanno permesso all’utente di ri-trovare il sito e acquistare?

Google Analytics per dare queste risposte fornisce almeno due tipologie di report:

  • Report delle sorgenti di traffico, in cui il valore della conversione (transazione) è assegnato totalmente all’ultimo touch point noto.
    Le campagne sono considerate valide per un tempo massimo di 6 mesi (modificabile, ma prima della raccolta dei dati)
  • Report delle canalizzazioni multi canale, in cui possiamo decidere quale modello di attribuzione applicare e la validità  del tempo delle campagne (fino a un massimo di 90 giorni).

Abbiamo diverse modalità  di valutare il merito, ma questa analisi deve essere fatta con chi delinea le strategie di marketing perché le considerazioni da fare sono molteplici, legate al target e al prodotto, e basate su tanta expertise.

Per fare tale analisi con Google Analytics si può utilizzare lo “Strumento confronto modelli” per confrontare il modo in cui i diversi modelli di attribuzione hanno effetto sulla valutazione dei canali di marketing.

In questo strumento il Valore di conversione (e il numero di conversioni) di ciascuno dei canali di marketing varia in base al modello di attribuzione utilizzato. Un canale che avvia prevalentemente percorsi di conversione avrà  un Valore di conversione in base al modello Prima interazione di quello che avrebbe in base al modello di attribuzione Ultima interazione.

Questi sono i modelli di attribuzione predefiniti da Google Analytics

  • Ultima interazione attribuisce il 100% del valore della conversione all’ultimo canale con cui il cliente ha interagito prima di effettuare l’acquisto o eseguire la conversione.
    Quando è utile: se i tuoi annunci e le tue campagne sono studiati per attirare gli utenti al momento dell’acquisto o se la tua attività  è prevalentemente orientata alle transazioni con un ciclo di vendite che non prevede una fase di considerazione, il modello Ultima interazione potrebbe essere appropriato.
  • Ultimo clic non diretto ignora il traffico diretto e attribuisce il 100% del valore di conversione all’ultimo canale su cui il cliente ha fatto clic il cliente prima di un acquisto o di una conversione. Analytics utilizza questo modello per impostazione predefinita per attribuire un valore di conversione in rapporti diversi da quelli Canalizzazioni multicanale.
    Quando è utile: Dal momento che il modello Ultimo clic non diretto è il modello predefinito utilizzato per i rapporti Canalizzazione multicanale, fornisce un utile riferimento con cui confrontare i risultati di altri modelli. Inoltre, se consideri il traffico diretto come proveniente da clienti che hai già  acquisito attraverso un altro canale, potrebbe essere utile filtrare il traffico diretto e concentrarsi sull’ultima attività  di marketing prima della conversione.
  • Ultimo clic Google Ads attribuisce il 100% del valore di conversione all’annuncio Google Ads più recente su cui il cliente ha fatto clic prima di effettuare l’acquisto o generare la conversione.
    Quando è utile: se desideri identificare e attribuire credito agli annunci Google Ads che hanno concluso la maggior parte delle conversioni, utilizza il modello Ultimo clic Google Ads.
  • Prima interazione attribuisce il 100% del valore di conversione al primo canale con cui il cliente ha interagito.
    Quando è utile: questo modello è adatto se pubblichi annunci o campagne per creare una awareness iniziale. Ad esempio, se il tuo brand non è molto conosciuto, puoi dare estrema importanza alle parole chiave o ai canali che hanno esposto per primi i clienti al brand.
  • Lineare attribuisce credito uguale a ogni interazione di canale sul percorso verso la conversione.
    Quando è utile: questo modello è utile se le tue campagne sono studiate per mantenere un contatto e awareness con il cliente per tutto il ciclo di vendita. In questo caso, ogni punto di contatto è egualmente importante durante il processo di considerazione.
  • Decadimento temporale potrebbe essere appropriato se il ciclo di vendita prevede solo una breve fase di considerazione,. Questo modello è basato sul concetto di decadimento esponenziale e assegna prevalentemente un credito ai punti di contatto verificatisi in momenti più prossimi alla conversione. Il modello Decadimento temporale ha un’emivita predefinita di sette giorni, vale a dire che un punto di contatto che si verifica sette giorni prima di una conversione riceverà  metà  del credito di un punto di contatto che si verifica il giorno della conversione. Analogamente, un punto di contatto che si verifica 14 giorni prima riceverà  1/4 del credito di un punto di contatto che si verifica il giorno della conversione. Il decadimento esponenziale continua nella finestra di riepilogo (tempo predefinito di 30 giorni).
    Quando è utile: se pubblichi campagne promozionali di uno o due giorni, puoi attribuire maggiore credito alle interazioni durante i giorni della promozione. In questo caso, le interazioni verificatesi una settimana prima hanno un valore ridotto rispetto ai punti di contatto vicini alla conversione.
  • Sulla base della posizione ti consente di creare un ibrido tra i modelli Ultima interazione e Prima interazione. Anziché attribuire tutto il credito alla prima o all’ultima interazione e del 20% del credito alle interazioni centrali.
    Quando è utile: se attribuisci la maggior parte dell’importanza ai punti di contatto che hanno introdotto i clienti al tuo brand e ai punti di contatto finali che hanno generato vendite, utilizza il modello Sulla base della posizione.

Ad esempio, il modello Lineare suddivide equamente il credito della conversione tra i punti di contatto. Pertanto, in un percorso di conversione con quattro interazioni, ogni punto di contatto riceverà  un credito del 25%. Tuttavia, se applichi un credito pari a 2 al canale Ricerca a pagamento e il terzo punto di contatto nel percorso era del canale Ricerca a pagamento, il credito verrà  applicato nel seguente modo:

Tieni presente che, se crei più regole che si applicano allo stesso touch point, la ponderazione del credito per le regole sovrapposte verrà  moltiplicata. Come nel precedente esempio, se venisse applicata una seconda regola per cui il canale Ricerca correlata al brand dovesse ricevere un credito pari a 0,1 volte quello di altri touch point, i touch point Ricerca correlata al brand che soddisfano anche la regola definita per Ricerca a pagamento riceverebbero un credito pari a 2 x 0,1 = 0,2 volte quello di altri touch point.

Possono essere creati anche modelli di attribuzione personalizzati.

Ogni touch point deve essere valutato in base al ruolo che riveste nel customer journey.

Ecco qualche esempio di come i dati possono cambiare in base ai report. Andremo a valutare i principali media di traffico e il loro valore per quanto riguarda le transazioni: sono casi reali tratti da uno dei nostri clienti, rilevati nel periodo di un mese.

Report Acquisizione – Criterio “Last Click Not-Direct”

Report Attribuzione – Criteri Ultima Interazione, Sulla base della posizione (detto U), Prima Interazione – Finestra 30gg [...] 

Leggi tutto

Digital Marketing VS Digital Strategy. Il Corretto Approccio

24 Apr

Non chiedere al SEO quello che deve fare il Manager!

Una delle maggiori criticità  che noto quando vado a trovare i clienti che chiedono il supporto dello Studio per far decollare il loro business, è una confusione di base sui concetti quali Strategia Digitale & Digital Marketing, tra l’altro spesso concepito solo nella sua asserzione di operativo.

Il concetto di Digital Marketing in particolare viene inteso spesso come il marketing sui nuovi canali online di Advertising (SEO, PPC, Social, Display, Email, etc.) e non come l’utilizzo di strumenti e canali digitali per perseguire, migliorare, ottimizzare il =&0=& =&1=& Leggi tutto

Local SEO: I Post In Google MyBusiness Pages

28 Lug

Google crede in MyBusiness, e tu?

Google MyBusiness pages, spesso snobbata sia dalle agenzie di web marketing che dalla strutture stesse, è uno strumento per la Local SEO in continua evoluzione.

Di mese in mese questo comparto di Google presenta nuove funzionalità . A gennaio dello scorso anno, ad esempio, ha lanciato in versione beta il MyBusiness Website: una funzionalità  dedicata per lo più ai Paesi in via di sviluppo che permette di realizzare gratuitamente un sito one page con dominio business.site.

Ora come ora aprire un sito su MyBusiness è una possibilità  molto limitata: non si possono editare description né tag title, non è implementabile Google Analytics e si presentano molte altre piccole falle che non ci fanno propendere per la sua implementazione.

La novità  decisamente più interessante in casa Google è l’arrivo dei Google MyBusiness Post.

Cosa sono i Google Post?

La nuova funzionalità  di Google (anch’essa in beta da gennaio 2016 e da poco ufficialmente lanciata su scala globale) permette a un business verificato di pubblicare fino a un massimo di 10 post contemporanei. Questi possono essere utilizzati per pubblicare e promuovere eventi, prodotti o semplici servizi. Le informazioni vengono inserite e visualizzate all’interno della scheda myBusiness nel knowledge panel. Al momento, ma probabilmente anche ragionando a lungo termine, sono escluse da questa funzionalità  le pagine MyBusiness di hotel e B&B.

Utili per comunicare tempestivamente informazioni legate al nostro brand, hanno un limite di lunghezza (300 parole), di durata (1 settimana) e possono contenere una foto o un banner.

Una volta pubblicato, il post può essere trasformato in un evento: basta inserire un titolo e indicare una data e un’ora di inizio e di fine. Al termine dell’evento, il post verrà  automaticamente nascosto dal knowledge panel.

Questi post sono fini a se stessi? Assolutamente no: Google ci dà  la possibilità  di inserire un link in uscita. In ogni post, infatti, potremo inserire una call to action a scelta fra “Prenota”, “Registrati”, “Acquista” o “Salva l’offerta”.

E dal punto di vista SEO qual è l’utilità  di questi post? Al momento non vengono indicizzati né posizionati in SERP. Appaiono solo per ricerche di brand e in coda alla scheda MyBusiness, ma sicuramente ci saranno sviluppi in merito.

Leggere le Statistiche dei Post [...] 

Leggi tutto

Dati, Tattiche E Strategie Di Lead Generation

21 Giu

Come migliorare l’efficacia delle campagne di lead generation?

Una relazione di Ascend2 (luglio 2015) basata sui dati di un sondaggio effettuato su una campione di 300 professionisti provenienti da tutto il mondo (80% presso aziende B2B, 20% B2C) ci offre utili spunti per il nostro obiettivo: migliorare le performance delle campagne di lead generation. Utili e ancora attuali informazioni per chi si occupa di Inbound Marketing.

Circa il 48% degli intervistati afferma che l’email è tra le tattiche più efficaci per generare lead di vendita; la creazione di siti web/landing page è al secondo posto (44% degli intervistati); segue il content marketing (43%) e la SEO (37%).

Quali sono i principali ostacoli per la lead generation?

Quali le tattiche più difficili?

Efficacia VS Difficoltà 

Metriche

Qui il report completo.

Anche Marketing Sherpa ha realizzato una bella ricerca sulla questione Lead Generation. Qui i dati più rilevanti:

In un recente studio condotto da IDG, il 61% dei marketer ha riferito che la generazione di lead di alta qualità  è stato problematico per la loro organizzazione.

Lo stesso studio ha fatto emergere che la più grande barriera all’entrata per la generazione di lead di qualità  è la mancanza di risorse in personale, budget, tempo e la mancanza di dati di alta qualità  per guidare le campagne.

Queste le slide di Andrea Capello che presentano in breve il processo di Lead Generation (convegno Wildix):

Lead Generation from Studio Cappello | Search Marketing.

Risorse addizionali:

Lead Generation – A Beginner’s Guide to the Marketing Benefits [...] 

Leggi tutto

I Principi Su Cui Ho Creato Studio Cappello

15 Giu

La pubblicità  non è solo un’interruzione dell’estetica, è un insulto alla vostra intelligenza e un’interruzione dei vostri pensieri.

In ogni azienda che vende pubblicità , una porzione significativa del team ingegneristico trascorre la giornata perfezionando i sistemi di estrazione dati, scrivendo codici più accurati per raccogliere i vostri dati personali, aggiornando i server che contengono tutti i dati e verificando che tutto sia registrato, riunito, suddiviso, confezionato e spedito”¦ Il risultato? Un banner pubblicitario leggermente diverso, più mirato, nei vostri browser o sugli schermi dei vostri cellulari.

Ricordate: quando si parla di pubblicità , il prodotto siete voi, gli utenti.

Quando ho letto gli intenti del team di Team Whatsapp non ho potuto che rivedermi una ventina di anni fa quando (siamo nel 2001) mi misi in posizione molto critica rispetto il modo di fare pubblicità  (anche online delle nascenti web agency) e feci la scelta di concentrarmi sul Search Marketing

Cercavo per le aziende un modo di comunicare e fare marketing con le persone e per le persone diverso, nuovo, meno invasivo, più utile e gradito agli utenti. Un advertising che migliorasse la vita delle persone e che non fosse concepito come una rottura di scatole dovuta.

Cercavo in modo più ampio un nuovo modo di concepire il marketing e l’advertising lontano dalle follie in cui la pubblicità  galleggiava e vive tuttora. Perché l’advertising alla Mad Man per me era arrivata al capolinea, non tanto per la sua efficacia in relazione ai costi, ma per la forma becera in cui si era evoluto ed è arrivato a disegnare e concepire il mondo, le aziende (mungitrici di risorse) e le persone (mandria da mungere). E che ben descrive Tyler Durden in Fight Club:

 “La pubblicità  ci spinge a cambiare macchine e vestiti, a fare lavori che odiamo per comprare merda di cui non abbiamo bisogno” 

La strada per quello che cercavo mi fu aperta dall’illuminante libro di Elena Antognazza “Web Marketing Per PMI” dove si parlava di community e relazioni online.

Il digital (all’epoca si diceva piu semplicemente internet) veniva incontro al mondo delle organizzazioni e dei consumatori per cambiare drasticamente il modo di relazionarsi tra loro, cambiando i pesi degli interlocutori fino ad allora a vantaggio delle aziende e dal loro sistema di comunicazione monodirezionale, offrendo agli utenti/clienti/persone opportunità  inimmaginabili fino a quel momento per far sentire la loro voce e dargli un peso maggiore, accelerando in tale modo il processo di selezione delle aziende virtuose (tipicamente “customer oriented”) da quelle meno (tipicamente “product oriented”, o ancor peggio “money oriented”).

La vision definitiva me la diede Seath Godin con il suo semplice, intuitivo, illuminate e consapevole “trattato” Permission Marketing, sulla cui filosofia son nati poi concetti quali l’Inbound Marketing (e su cui ho basato la mission dello Studio e la conseguente formazione del personale che ci lavora, in modo da orientarne strategia e approccio nell’erogazione di ogni servizio, dalla SEO alla CRO).

Era il periodo in cui si affermarono in modo prepotente i motori di ricerca e soprattutto era arrivato il fenomeno Google e, successivamente, la sua pubblicità  AdWords contestualizzata e remunerata sugli interessi degli utenti. Una rivoluzione senza precedenti nel mondo dell’ADV destinata a cambiare per sempre il modo di concepire l’advertising.

La chimera del marketing era finalmente realtà .

Il marketing, guidato dalla Search e dal Permission, diventava ancor più potente, efficace, innovativo e soprattutto gradito!

Da allora ho sempre cercato di aiutare le aziende a fare un’advertising costruttivo, realmente utile alla società  e innovativo, che non rompesse le scatole alle persone. E mi sono concentrato sulla filiera di strumenti di

search marketing [...] 

Leggi tutto

10 Principi Per La Promozione Online (propedeutici il successo)

8 Mar

Vuoi realizzare una campagna di promozione online che abbia una resa strepitosa?  [...] 

Leggi tutto

Google Lancia Le Nuove Rich Cards Per Ristoranti e Corsi Online

14 Dic

Un’esperienza di navigazione sempre più ricca

Al Google I/O di maggio 2016 (una conferenza riservata agli sviluppatori web) l’azienda ha annunciato le Rich Cards per i film e le ricette, creando un nuovo modo per chi gestisce un sito web di presentare anteprime dei propri contenuti nella pagina dei risultati di ricerca. Oggi, per i siti americani, Google sta espandendo le Rich Cards a due nuove tipologie di ricerca: i ristoranti locali e i corsi online.

Le Rich Cards fanno sì che i risultati siano presentati in nuove interfacce utente: come caroselli facili da navigare scorrendo a destra e a sinistra o blocchi verticali suddivisi in tre sottoblocchi che permettono di visualizzare più corsi singoli.

Le Rich Cards offrono maggiori opportunità  di coinvolgere gli utenti, che possono, per esempio, scorrere i ristoranti raccomandati da TripAdvisor.

In America i proprietari di siti che contengono informazioni su ristoranti locali od offrono corsi online possono già  consultare i documenti per developers di Google per cominciare a creare le Rich Cards e a breve la novità  arriverà  anche negli altri paesi. Tutto si basa sull’utilizzo dello standard per i dati strutturati schema.org.

Sviluppa in AMP per una navigazione da mobile ancora più veloce

Sebbene non sia obbligatorio, Google consiglia di sviluppare le pagine contenenti le Rich Cards nel linguaggio HTML AMP per coinvolgere ancora di più gli utenti. In questo modo potranno passare quasi istantaneamente da un ristorante all’altro o da una ricetta all’altra.

Implementare le Rich Cards oggi è ancora più semplice

Per facilitare l’implementazione delle Rich Cards, Google ha apportato alcuni cambiamenti nei suoi tool:

Lo Strumento di test per i dati strutturati ti mostra un’anteprima di come la Rich Card per i ristoranti locali appare nella ricerca e ti segnala eventuali errori.
Il Rich Cards report nella Search Console mostra quali card contengono errori e quali potrebbero essere migliorate con ulteriore markup.
Il

Test delle pagine AMP [...] 

Leggi tutto

L’utilizzo Del Mobile Supera Quello Del PC In Tutto Il Mondo

8 Nov

L’utilizzo di Internet da dispositivi mobili e tablet ha superato quello da desktop in tutto il mondo per la prima volta nel mese di ottobre 2016

La notizia viene dalla ricerca condotta dalla società  di analisi StatCounter. Questo è un campanello d’allarme in particolare per i siti web di piccole imprese, le ditte individuali e i professionisti. Ma anche per molte aziende blasonate e, purtroppo, ancora molti (troppi) ecommerce.

Come chi ci segue già  sa, Google premia nei suoi ranking i siti mobile a discapito di quelli non mobile (qui alcuni consigli in merito)

In alcuni Paesi nei mercati maturi come gli Stati Uniti e Regno Unito il desktop è ancora la principale modalità  di utilizzo di Internet, ma in stati come l’India, ad esempio, la navigazione avviene per oltre il 75% attraverso dispositivi mobili.

Nel settore ecommerce, solo in Italia, nel 2016 gli acquisti  da smartphone sfiorano i 3,3 miliardi di euro (63% prodotti, 37% servizi). Negli ultimi tre anni il mercato è triplicato, a conferma dell’importanza di questo canale per il consumatore.
Tra i grandi mercati europei, il nostro Paese è il primo dove la soglia di utenti adulti che usa regolarmente un dispositivo mobile per navigare in rete supera il 50%. Entro il 2019, gli smartphone assorbiranno i 2/3 del traffico dati.

2018: il 60% dell’internet advertising sarà  mobile

Nel 2017 si stima che il Mobile varrà  il 13,9% sul totale della spesa pubblicitaria. A dircelo il report di Zenith Mobile Advertising Forecasts che ci dà  dei dati sui Paesi con i più alti livelli di consumo di internet in mobilità : fra Europa occidentale, Asia e America del nord.

È in Spagna che il mobile internet ha il maggior peso rispetto all’utilizzo totale. Per questo Paese l’agenzia stima che l’internet in mobilità  varrà  l’85% della fruizione totale nel 2016. Hong Kong si classifica al secondo posto, con il 79% dell’internet fruito tramite mobile, precedendo Cina (76%) e Stati Uniti (74%). Italia e India occupano il quinto posto a pari merito, con un valore del 73%.

Sempre secondo il forecast di Zenith, il mobile advertising supererà  il desktop advertising nel 2017, aumentando la propria quota sulla pubblicità  globale internet al 52% per il 2017.

Per il 2018, invece, l’agenzia si attende che il mobile costituirà  il 60% di tutto l’internet advertising.

Per tutti i brand e le aziende serve che la comunicazione digitale diventi mobile-first. Siti internet, pubblicità  in formato video, ecommerce, email: tutti gli strumenti e i canali di comunicazione devono proporre le esperienze migliori sui dispositivi mobili.

Net Retail e Mobile

“NET RETAIL: il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani” (pdf), la ricerca di Netcomm e PayPal svolta da Human Highway, ha fatto emergere una forte connotazione del consumatore italiano sempre più multicanale. Aumenta in particolare l’incidenza degli ordini effettuati da dispositivo mobile sul totale degli acquisti online.

«Nel primo trimestre di quest’anno – precisa  Roberto Liscia presidente Netcomm – la percentuale degli acquisti originati da dispositivo mobile è stata del 21%, di cui circa la metà  su un sito web e l’altra metà  via app, sottolineando la crescente ascesa della cosiddetta app-economy.

Circa 4 milioni di consumatori italiani, infatti, hanno fatto un acquisto tramite app; di questi, 3 milioni hanno acquistato da smartphone e 1 milione attraverso il tablet.

Inoltre, vale la pena sottolineare che se con l’eCommerce i negozi sono andati online, quello che stiamo vivendo in questo momento è un ulteriore salto evolutivo del settore, con l’ingresso del digitale all’interno del punto vendita fisico. L’acquirente digitale potrebbe voler essere riconosciuto quando entra in un negozio, avere uno scaffale virtuale con i prodotti di proprio interesse, individuati sulla base degli acquisti precedenti, sapere come i propri contatti social li recensiscono, godere di promozioni personalizzate, essere invitato a navigare nel negozio da strumenti di micro-localizzazione e pagare con un click».

Parleremo anche di questo al prossimo E-commerce Strategies, il 14 dicembre a Vicenza, anche con i partner Osservatori.NET Politecnico di Milano e relatori dell’Univesità  Di Verona Polo Scientifico Di Vicenza.

 

Studio Cappello

Web Marketing Per Ecommerce  [...] 

Leggi tutto

Google Accelerated Mobile Pages AMP. Questioni anche di SEO

30 Mag

Non hai ancora integrato AMP nel tuo sito?

Dopo averlo annunciato nel 2015 (ne avevamo parlato lo scorso ottobre in questo post) a febbraio Google ha ufficialmente inserito AMP nei risultati di ricerca mobile internazionali.

AMP è una nuova forma di linguaggio HTML che permette ai browser mobile di gestire in modo ottimale i contenuti, fruendoli a super velocità .

Per semplicità  possiamo vedere AMP come una nuova versione mobile da applicare solamente alle pagine dei singoli articoli (non pagine di servizio, di prodotto, di indice). Questa novità  risolve uno dei problemi più spinosi per i navigatori da dispositivi mobili: il caricamento lento delle pagine per problemi di banda o “pesantezza” del sito stesso. In media un sito di contenuti con AMP integrato carica 4 volte più velocemente rispetto a un contenuto senza questa tecnologia.

Perché AMP farà  bene al tuo sito di contenuti [...] 

Leggi tutto