Search results: customer journey

Come Creare Una Customer Journey Map In 10 Step

10 Nov

Comprendere il percorso di acquisto omnichannel è fondamentale per massimizzare le conversioni

Spesso le aziende che fanno e-commerce dividono il comparto online da quello offline, comparti a volte stagni che si parlano poco in merito alle strategie di vendita e ancora meno sull’analisi del loro cliente omnichannel. Come se i consumatori fossero di due tipi e non gli stessi! [...] 

Leggi tutto

8 Consigli Data Driven per Ottimizzare il Customer Journey

19 Set

Siamo ricchi di dati ma poveri di informazioni!

Raccogliere dati è un’attività  che da sola non basta: bisogna essere in grado di trasformare questi numeri in azioni strategiche concrete.

Secondo uno studio condotto dalla società  Aberdeen, le aziende più importanti a livello mondiale, che investono sull’analisi approfondita dei loro clienti, hanno risultati migliori in termini di Customer Experience, marketing, vendite, servizi e ovviamente a livello finanziario:

  • Customer Lifetime Value 39 volte superiore alla media
  • 39% di miglioramento nel valore cross-sell/up-sell
  • Tasso di soddisfazione del cliente 6 volte superiore alla media

Questo significa che le aziende Data Driven hanno:

  • +38% di possibili clienti e opportunità 
  • +24% di crescita nelle vendite
  • +40% della produttività 
  • +34% in termini di credibilità 

Cosa fare per raggiungere questi risultati? Ottimizzare il Customer Journey dei tuoi clienti, mettendo in pratica azioni Data Driven, cioè guidate dai dati che hai raccolto.

Cos’è l’ottimizzazione del Customer Journey?

È il processo di identificazione, connessione e mappatura delle interazioni con i clienti, attraverso più punti di contatto (touch point).

L’obiettivo finale è quindi quello di indirizzare o influenzare le azioni dei clienti. Per raggiungerlo è necessaria l’implementazione di una strategia comunicativa mirata, con messaggi studiati e personalizzati per ognuno dei touch point identificati.

Aberdeen ha messo a confronto i risultati ottenuti dalle aziende che strutturano azioni Data Driven per interagire con i propri clienti rispetto a chi non lo fa:

  • +84% tasso di fidelizzazione dei clienti (rispetto al 53%)
  • +1% all’anno nel tasso di soddisfazione dei clienti (rispetto al -6,6%)
  • +4% annuo dei ricavi annuali dell’azienda (rispetto al -6,1%)
  • +8% del margine di profitto medio dei clienti (rispetto al -7,5%)

8 consigli per ottimizzare il Customer Journey

1. Single Customer View: crea una visione d’insieme per singolo cliente

Cos’è una Single Customer View? È una visione a 360° gradi delle esigenze e dei desideri di uno specifico cliente, costruita sulla base di tutte le interazioni che questo ha avuto con la tua azienda.

È molto utile per scoprire quali prodotti o servizi sono “in target” con quella specifica persona e i touch point che usa per interagire con te.

I vantaggi di questo approccio:

  • Creazione di messaggi e comunicazioni su misura e immediate
  • Comprensione approfondita di bisogni e preferenze del cliente
  • Visione olistica, multicanale e condivisa del cliente in tutti i reparti aziendali
  • Creazione di relazioni più vantaggiose con clienti e prospect
  • Sviluppo di prodotti più mirato sulle esigenze del cliente
  • Identificazione delle opportunità  di cross e up-selling con un aumento del valore del cliente nel tempo

2. Fai di più con i dati: da numeri ad azioni strategiche

Come già  detto all’inizio: non è importante (solo) la raccolta dei dati, è importante come li userai!

Tutte le nuove potenzialità  degli strumenti di raccolta dei dati (analytics, data modelling, machine learning, intelligenza artificiale) stanno virando sempre più verso l’interpretazione delle informazioni raccolte, aiutandoci a modificare totalmente l’approccio alla vendita.

Ecco 3 esempi pratici in cui trasformare numeri in azioni fa davvero la differenza:

  1. Lead generation
    Ottenere informazioni sulle esperienze dirette degli utenti (notizie, visualizzazioni, recensioni, opinioni) ci permette di prevedere e implementare delle azioni più mirate e precise in termini di tempo e risoluzione di obiezioni e problemi. Questi dati ci permettono di perfezionare il modo in cui raccogliamo nuovi contatti e conquistiamo nuovi clienti.
  2. Vendita
    Il messaggio giusto, alle persone giuste, nel momento giusto. E aggiungiamo “con i dati giusti”. Avere delle informazioni precise e aggiornate al minuto a supporto di ciò che stai facendo, che sia una telefonata di lavoro o una presentazione importante può trasformare un fallimento in un successo. Ad esempio presentare un aneddoto vicino all’esperienza del cliente a cui stai proponendo il tuo prodotto, oppure prevedere e saper interpretare i pensieri delle persone durante una riunione o una presentazione dando delle risposte senza che questi abbiano fatto alcuna domanda.
  3. Nuove opportunità 
    Identificare uno scenario simile a uno di quelli individuati in fase di analisi, può suggerirti se un determinato cliente possa essere più interessato a ricevere altre telefonate o materiale informativo su prodotti e servizi che risolveranno altre sue necessità  nel momento in cui si presenteranno.

3. Interazione con il cliente: massimizza le performance

Email, stampa, telefono, social, di persona, chat, messaggi, app: abbiamo infinite opportunità  di interagire con i clienti.

Sempre citando lo studio di Aberdeen, il 51% delle aziende usa almeno 8 canali comunicativi (più o meno tutti quelli detti sopra) nei sui programmi di customer experience; solo il 17% di loro però si ritiene soddisfatto della capacità  di utilizzare i dati raccolti in una strategia omnicanale.

Combinando insieme business intelligence, customer intelligence, analisi dei clienti, analisi predittiva e apprendimento automatico, la mole di lavoro richiesto per l’interpretazione dei dati diventa molto più che sostenibile: quasi del tutto automatizzata!

La combinazione di big-data e Intelligenza Artificiale dà  la possibilità  di trovare, analizzare e rielaborare contenuti pertinenti da milioni di fonti, che poi vengono proposti ai commerciali (ma anche community manager, copywriter, ecc) esattamente nel momento in cui ne hanno bisogno, contestualmente alle loro necessità .

Cosa significa questo in concreto:

  • Diminuzione del tempo medio di gestione
  • ROI positivo (Return On Investments – Ritorno sugli investimenti di marketing)
  • Tasso di conversione in crescita
  • Tasso di recupero in aumento
  • Fidelizzazione dei clienti

4. Interazione con il cliente: l’importanza del contesto 

Vuoi perdere un cliente? Dagli qualcosa che non gli serve, che sia un prodotto o un servizio poco importa.

Vuoi conquistare un cliente? Sii contestuale, pertinente, rilevante e fai emergere la Value Proposition del tuo prodotto o servizio.

Oltre a questo, per vendere, come abbiamo già  scritto prima, è importante saper riconoscere e anticipare bisogni e obiezioni del cliente o potenziale tale. La previsione è un’abilità  chiave di vendita B2B e non solo.

L’Intelligenza Artificiale, l’analisi predittiva e l’apprendimento automatico giocano un ruolo di supporto fondamentale in questo senso: identificando percorsi tipo, sfide del mercato e nuove opportunità  da cogliere.

Oltre a prevedere quali potrebbero essere gli scenari, questi strumenti danno feedback importanti anche su quale soluzione avrà  più successo dato un determinato contesto, e quale sarà  la risposta più probabile data dal cliente.

5. Interazione con il cliente: sii coerente

Non è accettabile che reparti diversi diano indicazioni diverse a una stessa domanda fatta da un cliente.

Ritorniamo al punto 1: la necessità  di avere una visione d’insieme del cliente.

Per ottimizzare il Customer Journey è necessario che esista una conoscenza e una consapevolezza dello stesso in tutti i reparti aziendali.

6. Mappare il Customer Journey: prevedere e modellare il comportamento del cliente

Le aziende “top”:

  • Usano l’analisi predittiva per mappare comportamento e percezioni (il sentiment) degli utenti
  • Creano modelli di comportamento d’acquisto del cliente
  • Realizzano dei playbook dei clienti per supportare gli sforzi di vendita – predicendo gli step successivi nel Customer Journey

Ovviamente anche qui entrano in gioco l’analisi predittiva e l’Intelligenza Artificiale: quando il reparto vendita e marketing conosce con certezza quasi assoluta i prossimi passi, può strutturare strategie di vendita, campagne e sviluppo di prodotti o servizi più sofisticati.

Col passare del tempo e grazie al volume di dati raccolti, questi modelli si evolveranno, consentendo previsioni più rapide e accurate delle esigenze, dei rischi, delle sfide del mercato e delle opportunità  da cogliere sui clienti. Nell’ottica non solo di ottimizzare il Customer Journey, ma modellarlo secondo schemi più semplici, intuitivi e soddisfacenti per il cliente stesso.

7. Supporta il reparto vendite: dai le informazioni necessarie

Vendere velocemente, con minor sforzo e senza sprechi di investimenti: questo è lo scenario a cui aspirano tutte le aziende.

Le informazioni basate sui dati aiutano i venditori a essere più creativi, a prendere migliori decisioni gestionali e a dedicare più tempo a quello che gli viene meglio: dedicarsi ai clienti.

Prendiamo ad esempio un team di vendita di 200 persone. Ognuna guadagna un salario medio di 50.000 € all’anno. Se ognuna perde ogni giorno un 14% del tempo in ricerca e lavori amministrativi, questo si traduce ogni anno in 1.4 milioni di euro di costi superflui per l’azienda.

Tempo e risorse che potrebbero essere meglio investiti se solo si ottimizzasse il Customer Journey.

8. Valuta le performance per superare le aspettative

Un ottimo venditore conosce i suoi punti di forza e debolezza, e trova il modo di colmare le sue lacune.

Adotta nuovi comportamenti, cerca opportunità  per orientare al meglio i propri punti di forza e impara a gestire i suoi punti deboli.

I venditori migliori usano l’analisi per tracciare le loro performance e per superare le aspettative, analizzando quali aspetti dell’interazione con il cliente ne influenzano il comportamento.

Questo articolo è un adattamento del post di Robert Taylor di Artesian con cui condividiamo vision e abilità , e che contiene tutti i fundamentals con cui operano i nostri Data Scientist[...] 

Leggi tutto

Modelli Di Attribuzione: ROI Dei Canali di Promozione & Customer Journey

29 Gen

Quanto “pesano” i diversi canali di promozione nella conversione e nella Customer Journey?

Investo in Google Ads, Facebook Ads, SEO, Social Media, Newsletter, Display, Programmatic etc.. ma non sono certo di quale sia il canale promozionale migliore né di quanto investire sui vari canali…

Questo è uno dei dubbi cruciali che spesso un imprenditore o un manager si pone o cerca di dipanare con l’agenzia che segue i suoi investimenti di promozione digitale. Ma riesce sempre a rispondersi e a ottenere risposte veritiere? Quali sono gli strumenti necessari per rispondere a tale domanda?

Il viaggio dello shopper per un acquisto

Questo che segue un esempio di Customer Journey, da mappare il più possibile. (Vedi al riguardo l’articolo Come creare una Customer Journey Map in 10 step, oppure il post di Gianna”Come creare una Journey Map“)

Marco venerdì prossimo ha una serata importante e ha bisogno di qualcosa di particolare da indossare. Cosa fa?

Apre Instagram sul suo smartphone, usa qualche tag di moda e vede degli outfit interessanti da indossare, in particolare pone attenzione alle foto di scarpe che lui adora: gli anfibi.

Esce da Instagram, apre un browser da PC  e inizia la sua navigazione cercando su Google “anfibi lucidi”.

Il primo carosello Google Shopping lo soddisfa e clicca immediatamente sul risultato che gli piace, offerto dal sito “Sito ABC” che va a visitare:

Nel sito Sito ABC ha capito che quel prodotto è ciò che fa per lui, anche perché lo avevo visto nel negozio in città  qualche giorno prima e continua a vedere dei banner promozionali navigando per la rete (retargeting).

Torna su Google e modifica la query con il prodotto specifico: “Dr Martens nero lucido uomo”. Anche questa volta il primo risultato di ricerca dà  buone risposte, e trova anche qualche link a pagamento Google Ads che pare segnalare ecommerce specializzati su quel genere di prodotti.

Oltre a questo vede dei risultati organici (ma ci sono anche gli annunci) di AMAZON e l’effetto “Mamma Amazon” lo fa immediatamente cliccare per vedere.

Il prezzo però è troppo alto: alla fine, anche dopo aver tentato una valutazione su altri siti tramite i comparatori di =&0=&, il Sito ABC è quello che gli proponeva l’offerta migliore nel suo complesso, anche per il bundle che gli presentava.

Ci pensa un attimo, googlando e navigando per il web alla ricerca di ulteriori informazioni e opportunità . Mentre naviga i siti web e entra/esce da Facebook per rispondere ai suoi amici che lo incalzano per la festa, la pubblicità  che gli compare è sempre più mirata (retargeting).

Riceve anche la newsletter dal suo sito di abbigliamento preferito, dove non c’è la tipologia di stivali che cerca (ma scopre un pantalone da abbinarci).

Finalmente si decide. Entra direttamente nel sito del produttore Sito ABC cercandolo con Google e compra la scarpa!

In questa breve storiella Marco ha fatto vari passaggi prima dell’acquisto, che chiameremo touch point (punti di contatto).

  1. Instagram
  2. Ricerca su Google
  3. Negozio
  4. Carosello di prodotti di Google Shopping che lo porta in Sito ABC
  5. Banner mirati (retargeting)
  6. Nuova ricerca su Google
  7. Google ADS (su ricerca)
  8. Click sul risultato organico di Amazon
  9. Ricerca sui comparatori
  10. Retargeting su portali di contenuto
  11. Retargeting Facebook
  12. Newsletter
  13. Nuova ricerca su Google che lo riporta in “Sito ABC”

La domanda da un milione di dollari è: “di chi è il merito se Marco ha comprato gli anfibi sul Sito ABC?”

La risposta a questa domanda non è scontata e la risposta è: modelli di attribuzione!

I modelli di attribuzione

Tramite l’analisi dei dati e l’uso di modelli di attribuzione possiamo valutare il “merito” o il “peso” dei vari touch point per l’acquisto avvenuto.

Un modello di attribuzione è la regola o l’insieme di regole che determina il modo in cui il credito per vendite e conversioni viene assegnato ai punti di contatto nei percorsi di conversione. Ad esempio, il modello Ultima interazione in Analytics assegna il 100% del credito ai punti di contatto finali (ossia i clic) che precedono immediatamente le vendite o le conversioni. Al contrario, il modello Prima interazione assegna il 100% del credito ai punti di contatto che avviano percorsi di conversione. (Google)

La prima cosa necessaria è analizzare il percorso dell’utente, detto customer journey.

Nel caso in cui il Sito ABC abbia Google Analytics configurato correttamente, avrebbe a disposizione queste informazioni:

  • Traffico arrivato dal carosello (Google Shopping)
  • Traffico arrivato da un risultato organico (SEO)
  • Traffico arrivato da un risultato pay (Google Ads)
  • Traffico arrivato dal retargeting
  • Traffico arrivato dai comparatori
  • Traffico arrivato dalla sua newsletter
  • Traffico da Facebook (organico o Ads)
  • Traffico da altri siti

È più importante Google Shopping, che ha fatto conoscere Sito ABC all’utente, oppure la corretta presenza nei risultati di ricerca “branded” che hanno permesso all’utente di ri-trovare il sito e acquistare?

Google Analytics per dare queste risposte fornisce almeno due tipologie di report:

  • Report delle sorgenti di traffico, in cui il valore della conversione (transazione) è assegnato totalmente all’ultimo touch point noto.
    Le campagne sono considerate valide per un tempo massimo di 6 mesi (modificabile, ma prima della raccolta dei dati)
  • Report delle canalizzazioni multi canale, in cui possiamo decidere quale modello di attribuzione applicare e la validità  del tempo delle campagne (fino a un massimo di 90 giorni).

Abbiamo diverse modalità  di valutare il merito, ma questa analisi deve essere fatta con chi delinea le strategie di marketing perché le considerazioni da fare sono molteplici, legate al target e al prodotto, e basate su tanta expertise.

Per fare tale analisi con Google Analytics si può utilizzare lo “Strumento confronto modelli” per confrontare il modo in cui i diversi modelli di attribuzione hanno effetto sulla valutazione dei canali di marketing.

In questo strumento il Valore di conversione (e il numero di conversioni) di ciascuno dei canali di marketing varia in base al modello di attribuzione utilizzato. Un canale che avvia prevalentemente percorsi di conversione avrà  un Valore di conversione in base al modello Prima interazione di quello che avrebbe in base al modello di attribuzione Ultima interazione.

Questi sono i modelli di attribuzione predefiniti da Google Analytics

  • Ultima interazione attribuisce il 100% del valore della conversione all’ultimo canale con cui il cliente ha interagito prima di effettuare l’acquisto o eseguire la conversione.
    Quando è utile: se i tuoi annunci e le tue campagne sono studiati per attirare gli utenti al momento dell’acquisto o se la tua attività  è prevalentemente orientata alle transazioni con un ciclo di vendite che non prevede una fase di considerazione, il modello Ultima interazione potrebbe essere appropriato.
  • Ultimo clic non diretto ignora il traffico diretto e attribuisce il 100% del valore di conversione all’ultimo canale su cui il cliente ha fatto clic il cliente prima di un acquisto o di una conversione. Analytics utilizza questo modello per impostazione predefinita per attribuire un valore di conversione in rapporti diversi da quelli Canalizzazioni multicanale.
    Quando è utile: Dal momento che il modello Ultimo clic non diretto è il modello predefinito utilizzato per i rapporti Canalizzazione multicanale, fornisce un utile riferimento con cui confrontare i risultati di altri modelli. Inoltre, se consideri il traffico diretto come proveniente da clienti che hai già  acquisito attraverso un altro canale, potrebbe essere utile filtrare il traffico diretto e concentrarsi sull’ultima attività  di marketing prima della conversione.
  • Ultimo clic Google Ads attribuisce il 100% del valore di conversione all’annuncio Google Ads più recente su cui il cliente ha fatto clic prima di effettuare l’acquisto o generare la conversione.
    Quando è utile: se desideri identificare e attribuire credito agli annunci Google Ads che hanno concluso la maggior parte delle conversioni, utilizza il modello Ultimo clic Google Ads.
  • Prima interazione attribuisce il 100% del valore di conversione al primo canale con cui il cliente ha interagito.
    Quando è utile: questo modello è adatto se pubblichi annunci o campagne per creare una awareness iniziale. Ad esempio, se il tuo brand non è molto conosciuto, puoi dare estrema importanza alle parole chiave o ai canali che hanno esposto per primi i clienti al brand.
  • Lineare attribuisce credito uguale a ogni interazione di canale sul percorso verso la conversione.
    Quando è utile: questo modello è utile se le tue campagne sono studiate per mantenere un contatto e awareness con il cliente per tutto il ciclo di vendita. In questo caso, ogni punto di contatto è egualmente importante durante il processo di considerazione.
  • Decadimento temporale potrebbe essere appropriato se il ciclo di vendita prevede solo una breve fase di considerazione,. Questo modello è basato sul concetto di decadimento esponenziale e assegna prevalentemente un credito ai punti di contatto verificatisi in momenti più prossimi alla conversione. Il modello Decadimento temporale ha un’emivita predefinita di sette giorni, vale a dire che un punto di contatto che si verifica sette giorni prima di una conversione riceverà  metà  del credito di un punto di contatto che si verifica il giorno della conversione. Analogamente, un punto di contatto che si verifica 14 giorni prima riceverà  1/4 del credito di un punto di contatto che si verifica il giorno della conversione. Il decadimento esponenziale continua nella finestra di riepilogo (tempo predefinito di 30 giorni).
    Quando è utile: se pubblichi campagne promozionali di uno o due giorni, puoi attribuire maggiore credito alle interazioni durante i giorni della promozione. In questo caso, le interazioni verificatesi una settimana prima hanno un valore ridotto rispetto ai punti di contatto vicini alla conversione.
  • Sulla base della posizione ti consente di creare un ibrido tra i modelli Ultima interazione e Prima interazione. Anziché attribuire tutto il credito alla prima o all’ultima interazione e del 20% del credito alle interazioni centrali.
    Quando è utile: se attribuisci la maggior parte dell’importanza ai punti di contatto che hanno introdotto i clienti al tuo brand e ai punti di contatto finali che hanno generato vendite, utilizza il modello Sulla base della posizione.

Ad esempio, il modello Lineare suddivide equamente il credito della conversione tra i punti di contatto. Pertanto, in un percorso di conversione con quattro interazioni, ogni punto di contatto riceverà  un credito del 25%. Tuttavia, se applichi un credito pari a 2 al canale Ricerca a pagamento e il terzo punto di contatto nel percorso era del canale Ricerca a pagamento, il credito verrà  applicato nel seguente modo:

Tieni presente che, se crei più regole che si applicano allo stesso touch point, la ponderazione del credito per le regole sovrapposte verrà  moltiplicata. Come nel precedente esempio, se venisse applicata una seconda regola per cui il canale Ricerca correlata al brand dovesse ricevere un credito pari a 0,1 volte quello di altri touch point, i touch point Ricerca correlata al brand che soddisfano anche la regola definita per Ricerca a pagamento riceverebbero un credito pari a 2 x 0,1 = 0,2 volte quello di altri touch point.

Possono essere creati anche modelli di attribuzione personalizzati.

Ogni touch point deve essere valutato in base al ruolo che riveste nel customer journey.

Ecco qualche esempio di come i dati possono cambiare in base ai report. Andremo a valutare i principali media di traffico e il loro valore per quanto riguarda le transazioni: sono casi reali tratti da uno dei nostri clienti, rilevati nel periodo di un mese.

Report Acquisizione – Criterio “Last Click Not-Direct”

Report Attribuzione – Criteri Ultima Interazione, Sulla base della posizione (detto U), Prima Interazione – Finestra 30gg [...] 

Leggi tutto

Facebook ADS & Google AdWords Mappati Sul Customer Journey

19 Mag

Le campagne advertising più performanti sono quelle che combinano il meglio della ricerca su Google con i Social. [...] 

Leggi tutto

Caso Di Successo AdWords: Remarketing & Customer Journey Analysis | SpecialGomme

17 Mar

SpecialGomme

SpecialGomme è un e-commerce italiano che vende pneumatici per auto, moto e camion in Italia, Francia, Germania, Ungheria, Belgio e Olanda. [...] 

Leggi tutto

Report Customer Experience 2023: I Dati Di Benchmark Da Monitorare

1 Apr

I dati e i takeaways più importanti per comprendere le principali evoluzioni del comportamento online.

Leggi tutto

Customer LifeTime Value e Lifecycle Marketing: Perchè Sono Così Importanti?

27 Mag

Attrai, conquista, vendi e fidelizza: valorizza il ciclo di vita dei tuoi clienti!

Da sempre ripetiamo un concetto semplice e scontato, ma mai adeguatamente tenuto in considerazione: il valore del cliente deve sempre essere al centro della strategia di marketing.  [...] 

Leggi tutto

Come Creare Le Buyer Personas E La Buyer’s Journey

14 Mag

Disegnare il cliente per massimizzare il ROI delle campagne marketing

Hai un e-commerce? Hai un database di profili clienti o potenziali? Vuoi massimizzare il rapporto con loro con la strategia di comunicazione giusta? Una buona soluzione è creare l’identikit dei clienti! [...] 

Leggi tutto

Customer Lifetime Value: L’Unica Metrica Valida Per Fare Marketing (Anche Negli Ecommerce)

4 Set

Qual è il vantaggio competitivo della tua azienda? La tua Value Proposition?

È una domanda semplice a cui la maggior parte degli imprenditori non sa dare una risposta. E giorno dopo giorno diventa sempre più complicato rispondere.

I metodi tradizionali per creare un vantaggio competitivo non sono più sostenibili e rilevanti. Abbassare il prezzo non è una soluzione: lo faranno anche i tuoi competitor. I piu bravi perà  non avranno bisogno di farlo perché sono in grado di comunicare meglio la loro Unique Value Proposition che li farà  preferire ai concorrenti.

L’importanza di un’azienda è una via per la costruzione del vantaggio competitivo. Tuttavia, anche la grandezza e l’importanza non bastano più. Aziende e realtà  emergenti riescono a competerete e spezzare l’egemonia di grandi aziende in breve tempo.

La Digital Disruption sta coinvolgendo tutte le aziende, grandi e piccole.

Con Digital Disruption si intende una nuova tecnologia che ribalta completamente i modelli di business.

I giganti nel settore dei beni di largo consumo, ad esempio, devono fronteggiare l’avanzata di nuovi competitor. Uno su tutti le aziende D2C (Direct to Consumers) che stanno emergendo come i grandi sovvertitori in questo settore.

La Digital Disruption è qui, è adesso e sta accelerando. La Digital Disruption è qui per restare, e la MarTech non ne è immune.

E cos’è la MarTech? Una contrazione dei termini Marketing e Technology, che indica gli strumenti utilizzati nel digital marketing per incrementare le performance e la produttività  dei team marketing e vendite.

A E-commerce Strategies abbiamo gia parlato di questo “La convergenza necessari tra tecnologia e marketing“.

Costruire un’organizzazione “ossessionata dal cliente”

Come fare merketing per riuscire ad attirare l’attenzione in questo mercato rumoroso e competitivo?

Al centro deve esserci una sola cosa: l’utente, il consumatore, il tuo cliente.

Non è una faccenda da poco: è un processo continuo di aggiornamento, analisi, confronto che richiede coordinazione tra i vari dipartimenti.

C’è la necessita di cambiare punto di vista, soprattutto su come misurare il proprio “successo”.

Anziché prendere in considerazione metriche di vanità  come tassi di crescita o le lead acquisite (che restano comunque importanti), gli esperti di marketing dovrebbero andare più a fondo e trovare una metrica che davvero rappresenti il lavoro dell’attività  svolta e rifletta lo stato di salute dell’azienda e la sua capacità  di diventare un’organizzazione “ossessionata dal cliente”.

Garantire un’ottima customer experience

Trasmettere valore ai clienti, differenziandoti dalla concorrenza, richiede lo sforzo dell’intera azienda. Ogni dipartimento deve lavorare in sinergia con gli altri: solo così sarai in grado di rispondere adeguatamente ai clienti e di cogliere le opportunità  del mercato.

Organizza la tua azienda in modo che la soddisfazione del cliente sia anche quella dell’azienda: ogni dipendente farà  del suo meglio per raggiungere obiettivi concreti e contemporaneamente creerà  delle relazioni durature e serene con i clienti.

Infine, le aziende devono parlare la stessa lingua del loro target di riferimento, comprendere i loro bisogni e le loro intenzioni. Ovviamente prima e meglio della concorrenza.

È questione di padroneggiare i dati per prendere decisioni e fare azioni mirati: più sei “vicino” al cliente, più è facile rispondere ai suoi bisogni (data intelligence)

I dati sbloccano conoscenze sulle esigenze dei consumatori e forniscono ai dipendenti le informazioni necessarie per costruire un’esperienza di successo.

Con grandi quantità  di dati sui consumatori e un’azienda organizzata attorno al cliente, sarai in grado di fornire una customer experience migliore.

Perché il Customer Lifetime Value è importante per il tuo Business

Il rapporto tra Lifetime Value (LTV) e Costo di Acquisizione Cliente (CAC) è una delle metriche più complete che puoi ricavare.

Migliorare il rapporto LTV/CAC richiede che ogni sfaccettatura del Business lavori di pari passo per creare del valore per il cliente.

Al contrario delle metriche che valutano ogni singolo elemento del business (es costo per acquisizione) e che riguardano solo le attività  di marketing o di vendite,

il rapporto LTV/CAC riflette l’intero ciclo di vita del cliente e misura qualsiasi aspetto includendo il prodotto, le attività  di marketing, le vendite e il successo del cliente.

Come migliorare il rapporto tra LTV/CAC?

Questo è il punto in cui il servizio offerto e le performance finanziarie si intersecano. Un rapporto LTV/CAC più alto sta a indicare che stai creando valore per i consumatori, spesso attorno alla promessa del tuo brand. Un LTV/CAC più alto può indicare la forza di un brand. E un brand forte non ha bisogno di massificare l’offerta e può avere una più ampia flessibilità  di prezzo.

È la metrica da cui dovrebbe essere ossessionato ogni CEO.

Il miglioramento del rapporto tra LTV e CAC inizia con un semplice concetto. Conosci il tuo target, i tuoi clienti e cosa stai trasmettendo a loro: la tua Value Proposition.

Una comprensione dettagliata del profilo del tuo cliente ideale (costruendo delle buyer personas, magari) ha molte conseguenze sul tuo business:

  • Acquisizione del cliente più efficiente: non acquisire clienti che non hanno bisogno dei tuoi prodotti e servizi.
  • Più vendite. Comprendere i bisogni dei tuoi clienti significa vendere di più, no?
  • Retention rate più alto. Disegna un ciclo di vita ad hoc per il profilo del tuo cliente tipo e sui suoi bisogni, che gli permetta di percepire più velocemente il valore del tuo prodotto/servizio
  • Ricavi per cliente. Metti in pratica strategie di up-selling e cross-selling con code lunghe rivolte al ciclo di vita del cliente e ai suoi bisogni

Parlare con i clienti e ricevere i loro feedback è importante, ma non ti dimenticare di guidarli e ispirarli. Devi sapere dove si sta spostando il mercato, e devi guidare i tuoi clienti in quella direzione. Questo ti permette di aiutare i tuoi clienti a raggiungere la loro soddisfazione.

Il cambiamento è costante, l’abbiamo detto, e sta avvenendo rapidamente. La Digital Disruption sta coinvolgendo ognuno di noi.

Dare delle garanzie per il futuro ai tuoi clienti è un’importante fase della creazione del valore. Dopotutto, soprattutto in ambito MarTech, i clienti hanno più fiducia verso i vincitori del mercato e vogliono collaborare con chi ha successo.

Non inseguire obiettivi vanitosi

Il rapporto LTV/CAC ti mantiene focalizzato su ciò che è realmente importante: creare valore per i clienti.

Non ti far distrarre da obiettivi vuoti che ogni giorno ci tentano.

Prendi per esempio l’ultima moda, l’

Account-Based Marketing  [...] 

Leggi tutto

Dal Vecchio Funnel Di Acquisto Al Nuovo Digital Sales Journey

24 Apr

Esiste ancora il funnel d’acquisto?

Le esigenze crescenti degli utenti e le informazioni messe a disposizione dal digital hanno cambiato radicalmente il percorso d’acquisto. Se dovessimo disegnarlo non dovremmo più immaginare un imbuto ma una serie di passaggi sali-scendi, influenzati da diversi contesti informativi a cui l’utente può accedere senza una particolare logica temporale.

Le conversioni a imbuto valgono sempre meno, oggi. Sono ancora abbastanza valide nel B2B ma stanno cambiando velocemente anche lì.

In pochi click gli acquirenti possono

  • Trovare prodotti con cui altre aziende hanno risolto problemi simili
  • Ottenere raccomandazioni sui venditori che potrebbero essere in grado di aiutarli
  • Confrontare prodotti / servizi
  • Reperire recensioni importanti e influenti e poter scovare prezzi più vantaggiosi

Nella maggior parte dei casi, possono fare tutto questo con facilità , e senza dover parlare con alcuno.

Uno  studio condotto da CEB, in collaborazione con Google, mostra che, in media, il 57%  degli acquisti B2B avviene senza un agente/rappresentante di vendita. Sempre più gli acquirenti prediligono un approccio self-service perché, in quest’ottica è più efficace:

  • Risolvere i loro problemi e bisogni
  • Ottenere risposte alle loro domande di acquisto
  • Per formarsi opinioni (soprattutto)

Gli effetti di questo cambiamento è che gli acquirenti sembrano ora “entrare” nel percorso di vendita in vari punti del processo di acquisto.

Alcuni acquirenti potrebbero coinvolgere i venditori all’inizio della loro ricerca, perché magari hanno letto un articolo che collegava alla soluzione del venditore e scaricato alcuni contenuti free. Altri acquirenti avranno fatto più ricerche e comparato prodotti/servizi di diversi fornitori prima di impegnarsi coi venditori. Altri acquirenti avranno già  scelto il loro fornitore preferito attraverso la ricerca e le recensioni. Solo perché un acquirente ha chiesto informazioni sui prezzi sul sito web di un fornitore, non significa che sia in fase di negoziazione. Al contrario, un acquirente che scarica un white paper potrebbe essere più in basso nel processo di acquisto.

=&0=& Leggi tutto