Google Quality Rater: chi sono e come “sopravvivere” alla loro valutazione

3 Dic

Google perfetto? No. Per un semplice motivo. I Quality Rater  sono esseri umani. Infatti:

  • possono penalizzare un sito o enfatizzarne un altro su fattori soggettivi
  • possono commentare sulla pertinenza di una pagina relativa una query di ricerca, ma tale pagina può variare i suoi contenuti domani (in meglio o peggio) a insaputa del Rater
  • possono influire sulle serp di oggi, ma non tengono conto dei nuovi siti in top position domani
  • possono appartenere ad un partito di Governo, e quindi essere in malafede per loro natura… hem no, qui sto sbordando…

Per capire meglio chi sono i Quality Rater consiglio la lettura di questo post di Potpiegirl. E di seguire i consigli per “sopravvivere” ad un loro passaggio nel vostro sito:

1. Accept what you cannot change – There is nothing we can do about Human Raters judging our urls or the things that happen to the algo due to OTHER urls being rated. Therefor, I think the most important thing we can do is – don’t stress over it. Manual reviews have been going on for years and I don’t see them going away any time soon. Just roll with it the best you can.

2. Be proactive – make sure you site/url gives a great FIRST impression – and don’t look at it as a marketer”¦look at it as a general CONSUMER. Would YOU keep reading on your site? Would YOU buy something from your site? Be a “normal person” and judge your own urls just as we naturally judge any OTHER url we visit.

3. Check Your Snippets – Keep an eye on how your snippet reads in a Google search result for your target keyword(s). Does it tell a potential visitor that your page IS what they are looking for? Does your snippet match what a visitor will actually FIND on your page?

4. Evaluate Intent and Be Relevant – Lastly, really think about your target keyword(s)”¦.if YOU typed that phrase into Google, what would YOU expect/want to find? Is your url and content truly relevant to the intent of the keyword used to find your web page?

Per chi fosse interessato, queste sono le lineeguida generali 2011  (pdf) che il valutatore di Gooogle deve utilizzare per espletare il suo compito di Rater.

Interessante il fatto che non dovrebbe esserci speranza per le pagine costituite da affiliazioni o su domini mutipli che tuttoggi alcuni SEO anche di grandi realtà  utilizzano per il basso costo di realizzazione rispetto a più ortodosse metodologie di lavoro SEO per posizionare siti di clienti (ad insaputa di questi del rischio che corrono): anche se a tema, tali siti/pagine/domini sono da considerarsi Spam.  Quindi, la metodologia di lavoro:

registrazione dominio con parola chiave >
landing o microsito ottimizzata SEO >
rimando al sito del cliente

è un classico esempio di posizionamento SEO black che dovrebbe essere penalizzato (o che può esserlo di fatto in tempi brevi  segnalandolo direttamente a Google con apposita procedura), con rischio anche di ban sul sito di arrivo. Anche per altre condivisibili ragioni che Google ci ricorda ad ogni occasione:

Oggi, si stima oltre un milione di pagine spam create ogni ora. Questo è un male per chi fa ricerche, perché significa che siti web più rilevanti possono essere sepolti sotto risultati irrilevanti, ed è un male per proprietari di siti web legittimi, perché i loro siti diventano difficili da trovare. Per queste ragioni, abbiamo lavorato fin dai primi giorni di Google per combattere gli spammer, aiutare le persone a trovare le risposte che stanno cercando, e aiutando siti legittimi a ottenere il traffico dalla ricerca.

Anche il processo di cambiamento dell’algoritmo di Google comprende valutazioni dei rater ed è riassunto in una grafica di Google (articolo). “Nel solo 2010 abbiamo eseguito:

  • 13.311 valutazioni per verificare se le modifiche all’algoritmo potenziale ha avuto un impatto positivo o negativo sulla precisione dei nostri risultati
  • 8157 “fianco a fianco”: si mostra un gruppo di valutatori due diverse pagine di risultati e si chiede loro di valutare quali sono i migliori
  • Valutazioni su 2.800 click: per analizzare come un piccolo campione (in genere meno dell’1% dei nostri utenti) rispondere ad un cambiamento

 

[Nota per Web Agency] Parliamo anche della policy restrittiva di Google sull’utilizzo dei loro loghi su certificazioni. Non solo giustamente ti contattano per farteli rimuovere se non sei autorizzato o certificato, ma minacciano il ban se non li usi nei formati e nei colori appropriati coi link corretti alle loro pagine (il che ad esempio ci ha imposto di modificare i loghi nel footer di Studio Cappello per ragioni cromatiche, loghi che abbiamo poi sistemato con le regole di Google nella pagina apposita). Ad oggi una policy non rispettata dai più anche da aziende che incollano bollini pur non avendone i requisiti o le certificazioni, ma che i valutatori di Google non riescono a “prendere” perchè non sono posizionati nei primi posti su nulla, o perchè poco noti, o perchè non segnalati da invidiosi concorrenti.. 🙂

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