Migrazione HTTP > HTTPS: Gli Errori SEO E AdWords Da Evitare

2 Ott

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Passaggio a HTTPS indolore per SEO & Adwords: vediamo come

Google ha annunciato che con la nuova versione del browser Chrome (rilascio previsto ad ottobre) gli utenti che compileranno un qualsiasi campo di input su un sito in HTTP riceveranno un avviso in cui il sito verrà  segnalato come Non Sicuro. Una schermata esempio potrebbe essere questa:

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L’avviso di sito Non Sicuro comporterà  perdita di conversioni a tonnellate poichè l’utente si sentirà  preoccupato nel continuare la navigazione.

Per questo motivo e per garantire una migliore esperienza ai nostri utenti, anche a livello di sicurezza, ti consigliamo di passare i siti da HTTP ad HTTPS. L’operazione è piuttosto semplice, ma anche un piccolo errore può causare grandi danni, sia dal punto di vista SEO sia da quello analitico.

Di seguito trovi alcuni consigli per affrontare al meglio il passaggio.

Migrazione SEO da HTTP ad HTTPS

Acquisto del Certificato SSL

La prima cosa da fare è acquistare un certificato SSL. Si tratta di un certificato che garantisce l’affidabilità  del sito rilasciato da autorità  competenti.

Quale certificato acquistare?

In commercio esistono diversi tipi di certificati SSL, che si differenziano sia in base alla quantità  di domini certificati (singolo dominio o tutti i sottodomini) che alla tipologia di certificazione (di dominio o dell’azienda).

  • Certificazione Singola o Wildcard
    È possibile certificare il domino singolo (example.com) oppure il dominio e tutti i possibili sottodomini (info.example.com, test.example.com, amministazione.example.com, ecc”¦)
  •  Certificazione DV o EV
    Il certificato SSL DV (Domain Validated) è associato al dominio ed è solo quest’ultimo che viene certificato.
    Il certificato SSL EV (Extended Validation) è associato, oltre che al domino, anche alla società  proprietaria dello stesso. Vi è pertanto una verifica ulteriore da parte delle autorità  competenti, che certificano dominio e azienda proprietaria.

La differenza tra i certificati EV e DV è tangibile soprattutto a livello visivo in quanto con la certificazione EV viene mostrato nel browser il nome dell’azienda che viene evidenziato in verde, enfatizzando l’affidabilità  del sito e dell’azienda.

La scelta della tipologia del certificato è strettamente legata alle tue esigenze: non ne esiste uno più o meno adeguato ma puoi trovare quello più adatto alle esigenze del tuo business.

Di fondamentale importanza è invece la qualità  del certificato SSL che è possibile valutare tramite l’utilizzo di opportuni servizi.

Migrazione del sito in HTTPS

Le pagine con protocollo HTTP e HTTPS sono considerate risorse differenti. Di seguito gli step fondamentali per la migrazione SEO.

Redirect 301

  • Configurare i redirect 301 di tutte le pagine HTTP verso HTTPS (è possibile farlo con un’unica regola HTACCESS)
  • Modificare tutti i link interni (se con puntamento assoluto) da HTTP ad HTTPS (oppure usare //)
  • Verificare che tutti i link canonical e alternate siano in HTTPS

Migrazione dei Pannelli di Amministrazione (Google Search Console e Google Analytics)

  • Creare un nuovo profilo Google Search Console (https://www.example.com)
  • Creare un nuovo set Google Search Console che raggruppi i dati HTTP e HTTPS (con lo scopo di monitorare tutti i dati nel periodo di transizione)
  • Copiare tutte le configurazione GSC (sitemap, parametri, URL rimosse, disavow, configurazioni geografiche”¦)
  • Verificare la visibilità  del sito in HTTPS da parte di Google (sezione “See as Googlebot”)
  • Modificare la Web Property di Google Analytics (da http://www.example.com e https://www.example.com)
  •  Aggiornare il collegamento tra Google Search Console e Google Analytics

Ricordarsi infine di verificare che tutte le funzionalità  siano attive (form contatti, booking, gestione del check-out per gli e-commerce, ecc”¦)

Per ulteriori informazioni ti suggeriamo di leggere l’approfondimento relativo alle best practice per l’implementazione del protocollo HTTPS suggerite da Google.

Migrazione SEM

La migrazione al protocollo HTTPS non interessa solo le attività  SEO: può avere un impatto anche sulle attività  di advertising online.

È necessario che le URL degli annunci vengano rediretti con le medesime regole già  segnalate per la SEO, ma è fondamentale assicurarsi che venga mantenuto il parametro query string gclid, ovvero il parametro che identifica la campagna e l’annuncio.

È ad ogni modo buona norma, soprattutto per gli e-commerce di grandi dimensioni, sostituire le vecchie URL finali delle campagne in HTTP con le nuove URL in HTTPS. Questo perché il il tempo di risposta del server aumenta ad ogni livello di redirect aggiunto. Pertanto numerosi redirect potrebbero incidere negativamente sulle prestazioni SEO del sito.

È buona norma sostituire le URL finali su tutti gli annunci, tutte le estensioni (sitelink, di prezzo, di promozione) e, ove presente, sulle parole chiave. Attenzione però: Google AdWords interpreta qualsiasi modifica a un annuncio esistente come la creazione di uno nuovo, ed elimina tutti i dati che lo riguardano.

Come comportarsi?

Come Agenzia SEO il nostro consiglio è di valutare in base allo storico degli annunci: se hanno registrato una discreta quantità  di dati conviene duplicarli e pubblicare la nuova versione con l’URL aggiornata.

E Google Shopping?

Anche gli annunci shopping devono essere modificati. Prima di tutto occorre fare un upgrade del feed prodotti, con aggiornamento del campo link.

Completati tutti i passaggi, ti raccomandiamo di controllare che tutte le nuove URL inserite non restituiscano codici di stato diversi da 200. Uno strumento utile a questo scopo è Screaming Frog.

E con gli altri canali?

Per le forme di pubblicità  online che non si servono della codifica automatica di Google Analytics, ma sfruttano i parametri UTM, bisogna assicurarsi che nella redirezione siano mantenuti i parametri query string: utm_source, utm_medium, utm,_campaign e utm_term.


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