Social Media VS Informazione: Eco O Non Eco?
26 Ago
Per Umberto Eco il web è un vero e proprio “dramma” per le informazioni perché promuove “lo scemo del villaggio a detentore della verità “.
La struttura stessa di internet e dei social network favorisce il proliferare di bufale.
Il ruolo dei giornalisti in tal senso è importante perché dovrebbero (quindi non lo fanno) “filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno”. E anche chi dovrebbe aiutare i giovani a come cercare leggere vagliare le informazioni, cioè gli insegnanti, non è preparato e capace, come non lo è mai stato da quando esiste la stampa.
Il rischio è che alla fine non si crede piu a nulla dandola vinta nuovamente a chi detiene il monopolio dei media (che occupa spazi maggiori e istituzionali). Dice Eco:
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività . Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità .
Il fenomeno dei social network è anche positivo, non solo perché permette alle persone di rimanere in contatto tra loro. Pensiamo solo a quanto accaduto in Cina o in Turchia dove il grande movimento di protesta contro Erdogan è nato proprio in rete, grazie al tam-tam. E qualcuno ha anche detto che, se ci fosse stato Internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché le informazioni si sarebbero diffuse viralmente.
E citando Hegel, e andando controcorrente come pochi fanno:
La lettura del giornale è la preghiera quotidiana dell’uomo moderno. Si tornerà all’informazione cartacea.
Leggendo nelle parole di Eco si intuisce che lo psicodramma però è molto nella poca capacità critica che hanno gli individui nel valutare non solo le fonti di informazione ma l’informazione tout court.
Ma come mai il mio caro ex docente di semiotica Eco condanna la follia della libertà di pensiero (che i Social hanno enfatizzato) a favore di una informazione di regime che è probabilmente una delle cause del degrado dello stato sociale attuale (del mondo e non solo dell’Italia che domina comunque per mancanza di libertà informativa)?.
Nel Nome Della Rosa ci insegnava come l’uomo per sua natura cambia modifica altera controlla le informazioni a suo piacimento e a qualunque costo. La chiesa, Stalin e Berlusconi oggi sono l’esempio di quello che un controllo centralizzato può causare. E sono la prova che mai è potuto esistere un comitato scientifico (o una redazione giornalistica) dove si fa emergere il bene e il male, il giusto e l’errato, le fonti buone da quelle cattive.
E’ impossibile sperare in un comitato di saggi fatto di umani che non sono saggi per loro natura (atrimenti non avremmo non solo i campi di sterminio ma nemmeno questo mondo).
Possiamo sperare che ogni singolo uomo diventi piu saggio e autonomo nel suo. Che si faccia delle sue idee, che le possa condividere e che le possa anteporre a quelle che gli vengono inculcate. In ogni caso non ci sarà mai la verità assoluta ma solo un punto di vista da rendere dominante con la condivisione in nome della democrazia (quella vera).
Cosi ci saranno giornalisti come Montanelli e come Sallustri che gestiranno le loro fonti e che avranno i loro proseliti e che imbufalirando le notizie per far emergere il loro credo di riferimento.
Perchè gli uomoni non hanno bisogno di notizie vere a cui credere, ma sogni a cui aggrapparsi.
E se i sogni richiedono genocidi, razzismo, condanne e masochismo non importa… Meglio un sogno falso cui aggrapparsi che un incubo vero che ci sommerge. Meglio cosi una bufala social che una verità dei saggi. Come ben sanno i regimi di governo attuali fautori per primi delle bufale informative passanti per giornali e tv di regime, libri di testo, sistemi educativi scolastici coercitivi. E che nel web trovano difficoltà per la sua natura di difficile (ma non impossibile purtroppo) governabilità .
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